Roma, 29 set – Nella scuola statale italiana, negli insegnamenti delle elementari di ogni ordine e grado, presto la maggioranza assoluta degli alunni sarà di religione musulmana. Non è la previsione di un lontano futuro distopico, ma la realtà di un desolante presente, in cui i bambini italiani che frequentano le scuole dell’obbligo sono già ora un’esigua minoranza. Nella periferia milanese da tempo intere classi scolastiche sono frequentate esclusivamente da piccoli fedeli di Allah. I figli degli italiani sono uno o due per classe.
Dal Natale al Ramadan
In zone ad alta densità di immigrati islamici, come alcuni distretti industriali del Nord-Est, la presenza di studenti italiani è ormai marginale, intere classi sono frequentate solo da figli di stranieri. Sempre nella provincia lombarda (e presto ovunque) le stesse autorità scolastiche impongono la celebrazione del Ramadan islamico e cancellano il Natale, retaggio delle antiche tradizioni iperboree, ricordo sbiadito del Solstizio d’inverno.
L’albero di Natale, reminiscenza di Yggdrasil l’albero cosmico scompare, così come il presepe e tutti gli altri simboli religiosi europei. Per la viltà ed il tradimento delle autorità scolastiche ispirate dalla sciagurata ideologia immigrazionista, funzionale agli interessi della globalizzazione, le tradizioni locali vengono sostituite forzatamente da un’aggressiva cultura estranea. La complicità delle forze politiche progressiste e di settori modernisti delle istituzioni religiose cattoliche, malate di ecumenismo, provoca la sostituzione culturale che prelude a quella etnica.
La caotica sottocultura cosmopolita
Intere classi scolastiche dove nessuno parla correttamente la lingua italiana, dove si segue la dieta Halal, unica permessa dalla Sharia, la legge islamica, dove le bambine sono velate. Queste scuole dovrebbero insegnare valori e nozioni della cultura italiana, mentre trasmettano una caotica sottocultura cosmopolita. I figli degli immigrati in casa parlano arabo, seguono usi e costumi tribali, applicano le regole dell’Islam, incarnano ancora le loro tradizioni, diversamente dai deboli europei.
La considerazione che gli “italiani di seconda generazione” hanno di quelli autoctoni è di esseri deboli da sfruttare e sottomettere, un popolo privo di tradizioni e legami comunitari, destinato alla scomparsa. Soggetti fragili e spaventati, ossessionati da regole assurde, dalla demenziale ideologia woke, con la teoria gender e la cancellazione della loro Storia.
Afflitti da sensi di colpa per avere fondato grandi civiltà (e dalla vergogna di essere bianchi), sapientemente indotti per dominarli e sostituirli con una nuova etnia senza volto. I pochi alunni italiani sono destinati a sentirsi estranei a casa propria, isolati, esclusi nella loro scuola, risentiranno di un ritardo scolastico. Impareranno meno e con più difficoltà, in una condizione di straniamento ed isolamento, che degenererà in deficit cognitivo, diminuzione di attenzione e memoria, difficoltà di espressione linguistica.
Una scuola svalutata
Il risultato è lo scadimento delle facoltà intellettuali, il ritorno dell’analfabetismo strutturale, futuri cittadini destinati a compiti lavorativi di basso livello. Il tutto a spese dei genitori italiani, che con le tasse pagano istruzione, sanità e costi sociali dell’immigrazione selvaggia, diversi miliardi di euro ogni anno. Dai quartieri multietnici delle periferie urbane degradate, che piacciano molto alle élite economiche progressiste, nascono per l’eterogenesi dei fini le scuole monoetniche, frequentate solo dai figli degli immigrati.
Quelli dei ricchi frequentano le scuole private, mentre i figli dei lavoratori italiani hanno a disposizione una scuola svalutata e degradata, pagata con le tasse dai loro genitori. La presa di coscienza di chi non si arrende alle politiche del capitalismo terminale è la risposta all’immigrazione selvaggia, alla sostituzione etnica. La riscoperta del folklore europeo, delle tradizioni, della spiritualità dei padri, il mos maiorum, di quegli archetipi ancora presenti nell’inconscio collettivo.
Simboli eterni vivificatori e portatori di energie generatrici di forze vitali, sigilli energetici che riconnettono alle entità sacrali, al Genius loci, al daimon della stirpe. Gli déi dell’antico continente che hanno ispirato le conquiste di Alessandro Magno, acceso la luce di Roma, guidato le scorribande vichinghe, fatto di popoli di cacciatori e raccoglitori portatori di Civiltà.
Roberto Giacomelli