Roma, 10 dic – In Italia il caffè è una cosa seria. Oltre alla qualità del prodotto puro bisogna però anche menzionare l’importanza dei contesti in cui è possibile consumarlo: delle leggendarie cornici storiche che da nord a sud hanno segnato epoche, stili e caratterizzato quel genuino saper vivere italiano tanto invidiato all’estero.


Torino meriterebbe un libro a parte. Dal 1763 il Caffè Al Bicerin offre alla città prodotti e ambienti di prima qualità. L’omonima bevanda è entrata di rito nella tradizione torinese e poterono verificarlo clienti del calibro di Alexandre Dumas e Camillo Benso Conte di Cavour. Il capoluogo piemontese può vantare anche l’ottocentesco Caffè Mulassano, dove nel 1926 nacque il tramezzino, il Caffè Baratti e Milano in Piazza Castello, vincolato dai beni culturali, e il Caffè Fiorio, inaugurato nel 1780 fu ritrovo dei nobili dell’epoca e particolarmente amato da Nietzsche.
Sempre in Piemonte è tappa obbligatoria il Caffè Arione di Cuneo, aperto nel 1923 è il locale a cui dobbiamo l’invenzione dei Cuneesi al rhum.

A Firenze non si può ignorare il Caffè Le Giubbe Rosse, intramontabile crocevia di artisti e letterati. Fondato nel 1897 da due fratelli tedeschi fabbricanti di birra, dal 1913 diventa luogo di incontro dei futuristi e fu teatro della rissa tra i futuristi milanesi guidati da Marinetti e gli artisti rivali provenienti dalla rivista fiorentina La Voce.
Ad Ascoli Piceno il Caffè Meletti è un’istituzione dal 1907. Fascino neoclassico e liberty nella centrale Piazza del Popolo, per un salotto cittadino che oltre all’élite marchigiana ospitò anche Mascagni, Sartre ed Hemingway.
Grande storia, arte e poesia all’Antico Caffè Greco di Roma. Fondato nel 1760 in via Condotto è con le sue 300 opere esposte la più grande galleria d’arte privata aperta al pubblico esistente al mondo. Tutti i grandi ci sono passati, ma tra questi si deve annoverare Giacomo Leopardi, Edvard Grieg, Goethe, Gogol, Henry James, Chateubriand, Casanova, Canova, Keats, Andersen, Thomas Mann, Rossini, Liszt, Silvio Pellico, Shelley, Schopenhauer, Mark Twain, Wagner, Joyce, Orson Welles, Ibsen e molti altri.

A Napoli la tradizione del gusto partenopeo si respira al Gran Caffè Gambrinus dal 1860. Punto di riferimento della cultura cittadina, affacciato su Piazza Plebiscito tra porcellane, dolci ed espressi di maestria napoletana, sbocciato nel periodo della Belle Époque richiamò persino Oscar Wilde, Gabriele D’annunzio e L’imperatrice Sissi.
In Puglia, Altamura non è solo la città del pane. Sorge infatti sul corso Federico II diSvevia, accanto alla cattedrale cittadina, lo storico Caffè Ronchi Striccoli. Incastonato nella pietra, dal 1832 offre dolci, gelati e liquori artigianali in una location suggestiva e fuori dal tempo. Assolutamente imperdibile.

Infine, per la storia isolana non si può scordare il Caffè Tettamanzi di Nuoro. Fondato nel 1875 dall’ebanista piemontese Tettamanzi, veniva frequentato da Sebastiano Satta e dagli intellettuali dell’Atene Sarda. Stucchi, specchi, tavoli rotondi e divani rossi per un gioiello della Sardegna centro-orientale.
Alberto Tosi
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