Home » Mosca riceve i ministri di Al Qaeda: nuove manovre sull’asse Russia-Israele

Mosca riceve i ministri di Al Qaeda: nuove manovre sull’asse Russia-Israele

by Sergio Filacchioni
0 commento
Mosca

Roma, 31 lug – Nelle scorse ore, Murhaf Abu Qasra, ministro della Difesa dell’entità jihadista siriana guidata da Al Jolani, e Asaad Al Shaibani, suo omologo agli Esteri, sono stati ufficialmente ricevuti a Mosca dal ministro della Difesa russo Andrei Belousov e degli Esteri Lavrov. Durante l’incontro, le parti hanno discusso della situazione in Medio Oriente e delle “prospettive di cooperazione tra i rispettivi dipartimenti della difesa”.

Gli emissari di Al Qaeda a Mosca

Si tratta di un passaggio diplomatico di estrema rilevanza, considerando che i due rappresentano Hayat Tahrir al-Sham (HTS), evoluzione siriana di Al Qaeda, tuttora formalmente classificata come organizzazione terroristica da Mosca stessa. Il fatto che due ministri del governo siano ricevuti nel cuore della capitale russa segna una svolta diplomatica che difficilmente può essere letta in chiave puramente tattica. A rafforzare l’impressione di una strategia condivisa, è la tempistica dell’incontro, che avviene pochi giorni prima di un previsto vertice tra Al Shaibani ed esponenti israeliani a Baku, in Azerbaigian. Questa sequenza di eventi conferma la crescente intesa tra il Cremlino e il governo Netanyahu. È plausibile che il viaggio del cofondatore di Al Qaeda siriana a Mosca sia stato concordato con Israele, nell’ambito di una più ampia convergenza russo-israeliana sul dossier siriano.

La Russia e il doppio gioco con l’Iran

Uno degli obiettivi non dichiarati di questa intesa potrebbe essere la progressiva esclusione della Turchia dal teatro siriano, a vantaggio di Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, partner energetici e strategici crescenti della Russia. In parallelo, Mosca potrebbe tentare di tutelare i propri interessi nel Caucaso meridionale proprio attraverso una cooperazione triangolare con Tel Aviv e Baku, soprattutto alla luce del delicato equilibrio sul corridoio di Zangezur, che l’Azerbaigian intende aprire a discapito dell’Armenia. Per Teheran, questo corridoio rappresenta una linea rossa: tagliare il collegamento diretto con l’Armenia significa anche rompere l’asse sciita che collega l’Iran al Libano via Siria. L’intera operazione attuale potrebbe quindi mettere a nudo il doppio gioco russo nei confronti dell’Iran, partner strategico e militare fino ad oggi, ma ora marginalizzato in alcune aree chiave del conflitto.

Mosca non ha smantellato le reti jihadiste

Non è la prima volta che Mosca si muove in direzione di una gestione autonoma del confine sud della Siria, a scapito della sovranità siriana e degli interessi iraniani. Già negli anni scorsi, la Russia ottenne da Assad il via libera per installare punti di osservazione militare sulle Alture del Golan, ufficialmente per monitorare i gruppi jihadisti di Daraa, ma in pratica per controllare e contenere le attività iraniane e di Hezbollah nel sud della Siria. Una sorta di forza d’interdizione “neutrale” gradita a Tel Aviv, ben più affidabile, dal punto di vista israeliano, rispetto alla presenza diretta di truppe iraniane o milizie sciite. Un dettaglio non irrilevante: proprio i gruppi “ribelli” di Daraa, formalmente riconciliati con il governo siriano sotto mediazione russa, sono stati i primi a entrare a Damasco l’8 dicembre 2024, all’indomani della crisi esplosa nel sud del Paese. Segno che le linee di frattura siriane sono ancora vive, e che gli “accordi di riconciliazione” promossi da Mosca non hanno affatto smantellato la rete jihadista sul terreno, ma ne hanno solo riposizionato gli assetti.

Caos e interessi multipli

In questo quadro, la recente visita a Mosca dei due ministri jihadisti non è un episodio isolato, ma un tassello coerente di un disegno più ampio, in cui la Russia gestisce il caos siriano in funzione dei propri interessi multipli, dialogando ora con Teheran, ora con Tel Aviv, ora con Damasco. A pagare il prezzo di queste manovre incrociate, come sempre, è la sovranità siriana che ormai sembra sempre di più un lontanissimo ricordo.

Sergio Filacchioni

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati