Home » Marche, il naufragio del Pd: quando le piazze non riempiono le urne

Marche, il naufragio del Pd: quando le piazze non riempiono le urne

by La Redazione
0 commento
Pd

Roma, 30 sett – La sconfitta del Partito democratico nelle Marche ha avuto il sapore di un epilogo già scritto. Nelle ore in cui il risultato diventava irreversibile, Igor Taruffi ha ripetuto in diretta televisiva il vecchio mantra: “La strada è quella giusta, bisogna insistere”. Non era la frase di circostanza di chi deve tenere il punto, ma l’espressione sincera di una dirigenza che continua a credere nella rotta imboccata. Elly Schlein e i suoi restano convinti che basterà insistere, quasi che la politica fosse questione di ostinazione più che di consensi.

Il Pd naufraga su Gaza

Le prime reazioni hanno avuto il tono consueto: giustificazioni, attenuanti, il richiamo al peso di un avviso di garanzia che avrebbe gravato sul candidato Ricci. Nessuna autocritica. Si è evitato di guardare all’elemento più vistoso di questa campagna: l’ossessione per Gaza. Ricci ha preferito imputare la sconfitta al fattore giudiziario invece di ammettere che la scelta di trasformare la kefiah in vessillo elettorale si è rivelata non solo sterile ma probabilmente controproducente. Ai cittadini marchigiani, alle prese con problemi concreti di sanità, infrastrutture e lavoro, poco interessava la retorica sulla Flotilla e sui “pacifisti del mare”. La questione palestinese, imposta come bandiera surrogata, è apparsa fuori contesto e artificiosa, finendo per alimentare il sospetto di strumentalità. La vecchia sinistra almeno conosceva una regola elementare: ogni tornata elettorale ha la sua grammatica, ogni territorio le sue priorità. Illudersi di poter travasare le piazze piene per Gaza nelle urne marchigiane è stata un’ingenuità da apprendisti. Le piazze sono rimaste piene, le urne vuote. Nemmeno le sette visite di Elly Schlein in campagna hanno invertito la rotta. Anzi, hanno probabilmente confermato la diffidenza dell’elettorato locale verso la calata dei big nazionali. A Vicenza, Giacomo Possamai aveva chiesto ai vertici di non farsi vedere ed era riuscito a vincere: un indizio che la presenza dei dirigenti di partito in contesti locali può risultare un peso più che un vantaggio.

Il centrodestra ha una falla

Sul fronte opposto, il centrodestra non può cantare vittoria senza riserve. Anche qui i numeri raccontano un calo complessivo: rispetto al 2020 la coalizione perde quasi venticinquemila voti. È vero che l’affluenza generale è scesa di cinquantacinquemila elettori, il che attenua il dato, ma resta un’erosione significativa. La fotografia è più complessa di quanto appaia a un primo sguardo: tutte le componenti della coalizione crescono, tranne la Lega, che crolla rovinosamente perdendo quasi due terzi dei voti rispetto a cinque anni fa. Fratelli d’Italia, Forza Italia, le liste civiche e i moderati hanno conquistato consensi sufficienti a compensare quel collasso, ma il bilancio complessivo resta in rosso. Il centrodestra ha vinto non perché gli altri crollavano, ma perché è riuscito a crescere abbastanza da tamponare la falla aperta nel suo stesso fianco.

Si vince quando si legge la realtà

La lezione politica che emerge da queste elezioni è duplice. Alla sinistra ricorda che la mobilitazione ideologica non può sostituire la politica concreta dei territori: le bandiere di conflitti lontani non risolvono i problemi di Macerata o Jesi. Al centrodestra dice che non c’è vittoria sicura senza radicamento e senza una leadership capace di parlare al proprio elettorato: la crescita di FdI e civiche è stata decisiva, ma l’emorragia di consensi e la disaffezione al voto sono segnali di fragilità. Mentre al Nazareno si continua a ripetere che la strada è giusta, i dati indicano altro: che si vince solo quando si sanno leggere le priorità reali del territorio, che le piazze non bastano e che non c’è Flotilla capace di navigare in urne vuote.

Vincenzo Monti

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati