
“Ci sono studi che minimizzano il problema. Altri fanno terrorismo, ma le ipotesi sono preoccupanti. I bambini in età scolare, avendo la scatola cranica sottile rispetto a un adulto e un tessuto muscolare non definito come spessore, sono più soggetti a essere penetrati dalle onde elettromagnetiche”, ha tentato di spiegare il primo cittadino, che illustra anche le prove a suo favore: “Abbiamo letto molte cose in proposito sul web e sappiamo che alcuni Comuni hanno già adottato questo provvedimento. E chissà che, fra vent’anni, qualcuno non ci ringrazi”. Principio di precauzione e internet come fonte: la sublimazione dei Cinque Stelle in una manciata di frasi, anche se Tola non è stato eletto – come precisa Beppe Grillo in una nota – in una lista afferente al movimento bensì in una civica, anche se nel 2013 fu loro candidato al consiglio comunale di Ivrea.
Sbirciando sulla rete, in effetti, sono moltissime le ipotesi che circolano a riguardo. Pressoché nessuna è però supportata da studi scientifici con tutti i crismi del caso. E un motivo c’è: le potenze di frequenza degli apparecchi wi-fi sono estremamente deboli. Un router classico trasmette a non più di 30-40 milliwatt, con limite di legge per gli strumenti più potenti fissato a 100 milliwatt. Per fare un confronto, un telefono cellulare supera anche i 300: basterebbe che il sindaco lo tenesse acceso durante una visita all’istituto per fare potenzialmente tre volte i (presunti) danni che vorrebbe evitare. Ma forse questo ancora non l’ha letto su internet.
Giuliano Lebelli
2 comments
La matematica non è un opinione , se ti trovi in un condominio e case vicine prova a visualizzare quanti wi-fi ti arrivano
La media di XXX o L segnali insieme
Fai la somma
La notizia l’hai ripresa da tgcom 24 ed è falsa. Per favore accertarsi delle notizie prima di pubblicarle è il dovere di un giornalista.