
“Questa forma di tumore è particolarmente aggressiva in età pediatrica, anche per la difficoltà di utilizzare chemioterapia e radioterapia che potrebbero essere particolarmente tossiche nei bambini molto piccoli”, ha spiegato il coautore dello studio Gianni Bisogno, della Clinica di Oncoematologia pediatrica di Padova. Tali controindicazioni rendono problematica, se non impossibile, la guarigione dei bambini malati. “L’alterazione genetica che abbiamo identificato – ha proseguito Bisogno – isola un tipo di rabdomiosarcoma a cellule allungate che sembra però essere biologicamente meno aggressivo di altre tipologie del medesimo tipo di neoplasia. Il ruolo del gene Vgll2 nel controllo dello sviluppo della muscolatura striata nell’uomo apre la strada a ulteriori ricerche per la comprensione del meccanismo di sviluppo di queste neoplasie congenite”. Lo studio è stato pubblicato sull’American Journal of Surgical Pathology.
Giuliano Lebelli