
Nata come evoluzione della Synthwave, Vaporwave è una corrente artistica che si manifesta nella musica e nelle arti figurative. In musica si esprime attraverso l’utilizzo massiccio del campionamento di sonorità degli anni ’80-’90: musica pop, musica da ascensore, fino alle sigle dei telefilm polizieschi; ma sempre dietro ad un velo di distorsione o rallentamento che trasforma i suoni dell’infanzia in una sorta di allucinazione. Nelle arti figurative è ancora più varia: esiste la fotografia Vaporwave, le gif Vaporwave e la grafica Vaporwave; e i contenuti sono ancora più eterogenei: paesaggi naturalistici, oppure urbanistici e caratterizzati dal respiro consumista delle insegne pubblicitarie, fotogrammi di anime giapponesi, grafiche sul modello dei videogiochi per console degli ultimi anni ’80-primi anni ’90, un’ossessione per il mercato di quegli anni. Elencare tutto quello che può, potenzialmente, essere Vaporwave, è quasi impossibile.

Ma questo momento di splendore della globalizzazione era fasullo, ed era destinato a scomparire: i primi segni di cedimento del capitalismo si facevano sentire, benché noi all’epoca fossimo troppo giovani per capirlo. Tutto d’un tratto sarebbero arrivati l’11 Settembre e la crisi del 2008. Sarebbero arrivati il terrorismo internazionale, l’incertezza economica, le difficoltà dell’adolescenza e le responsabilità dell’età adulta, e quella non-epoca fatta di sere d’estate con la luce rosacea dominante sarebbe finita per sempre. Di questa “Età dell’Oro Consumista”, per noi nati negli ultimi anni ’80 e primi anni ’90, rimane solo un ricordo mistico sepolto nell’inconscio, e infatti siamo la generazione che meglio percepisce questa corrente artistica. Il Vaporwave è forse l’unica corrente artistica che si può definire rappresentativa di questa generazione. Politicamente, il Vaporwave mette d’accordo tutti: i liberali lo apprezzano perché esce dai canoni di bellezza comunemente riconosciuti, i conservatori perché si basa su dei canoni di bellezza fissi e ben stabiliti, i socialisti perché parodizza il capitalismo, i libertari perché glorifica il capitalismo… e tutto questo perché nei canoni del Vaporwave c’è un qualcosa di archetipico che tutti quanti ci portiamo in fondo all’anima. L’Età dell’Oro Consumista era ovviamente un’età dell’oro illusoria… ma in tutte le illusioni si nasconde almeno una scintilla di verità. Quanto c’è di vero nell’estetica Vaporwave è l’estetica stessa: benché gli anni della nostra infanzia fossero anni di illusioni, erano anni di spensieratezza e, in un certo senso, di bellezza, molto diversi dagli anni ’10 del I Secolo del terzo millennio. Il mondo, negli ultimi anni, è andato ingrigendosi, è andato dimenticando l’anima delle cose in favore della gretta utilità; gli anni ’80-’90, invece, avevano ancora un briciolo di anima, una vestigia di quel mondo in cui le apparenze parevano dotate del dono dell’eternità direbbe Pier Paolo Pasolini.

Edoardo Pasolini
4 comments
Stupendo
“in cui il capitalismo ancora sembrava una promessa, e la falsa promessa del progresso consumistico non era ancora stata sbugiardata.”
Quanta saggezza in questa frase.
Complimenti per l articolo!
“I libertari perché glorifica il capitalismo…”
In che modo in questo articolo la definizione “libertari”viene riferita a chi glorifica il capitalismo? È forse da intendersi come un errore di intendimento (libertari-liberali-liberal), oppure è frutto di poca consapevolezza?