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Il monito della Cei: “Troppe attenzioni per gli animali di compagnia: basta eccessi”

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Roma, 5 ott –  La Cei, nel Messaggio per la 71esima Giornata Nazionale del Ringraziamento  sottolineano come “la prossimità agli animali, che nella tradizione della civiltà agricola ha portato a sentirli e trattarli quasi come partecipi della vita familiare, nella modernità è stata abbandonata, riducendo queste creature a oggetti di mero consumo”. “La civiltà urbana, d’altra parte, ha portato talvolta a eccessi opposti” si legge ancora “con un’attenzione per gli animali da compagnia talvolta superiore a quella per gli esseri umani”.

Cei, animali e sostenibilità

Nel Messaggio della Cei anche un intervento che invita a promuovere forme di allevamento sostenibili, e a “salvare” la dieta mediterranea. La quantità e la qualità degli allevamenti “dipendono anche dalla domanda e dagli stili di vita delle persone”, precisano i vescovi. Lo stesso intreccio tra l’attenzione per il valore degli animali e l’istanza di sostenibilità “invita a evitare quegli eccessi di consumo che, negli ultimi decenni, hanno distorto la salubrità della dieta mediterranea e aumentato il consumo di acqua in maniera esponenziale”. “Del resto, la tradizione cristiana consigliava il magro di venerdì, giorno della morte in croce di Gesù, con una motivazione spirituale ed etica, che si rivela preziosa anche per la custodia delle relazioni nel creato. Allo stesso tempo, occorre fare discernimento su quelle pratiche che pregiudicano gli interessi vitali degli animali, senza che ve ne siano in gioco di altrettanto importanti per gli esseri umani”.

“Grazie agli allevatori”

“Grazie all’impegno di alcuni allevatori, sono state valorizzate molte aree interne del nostro Paese, che senza la loro generosa lungimiranza, sarebbero state abbandonate allo spopolamento e al degrado ambientale – continuano i vescovi -. La zootecnia nel nostro Paese è fondamentale per la produzione di latte e di formaggi, oltre che per la filiera dell’alimentazione della carne”. “Non possiamo dimenticare, inoltre, che in alcune Regioni italiane, si è assistito a una presenza sempre più numerosa di allevatori stranieri, specialmente immigrati, come gli indiani di religione Sikh. La ripresa della pastorizia in diverse Regioni è stata possibile solo grazie all’attività di migranti: sono nate storie molto belle di inclusione sociale e di dialogo interreligioso”, aggiungono i vescovi.

“No a sfruttamento e caporalato”

La Cei condanna anche “le forme vergognose di sfruttamento e caporalato”. “Siano garantiti i diritti di pescatori e pastori, la cui dignità va riconosciuta per la salvaguardia di antichi mestieri che sanno prendersi cura del territorio. La cura per gli animali che allevano ci sproni perciò a riconoscere adeguatamente il loro lavoro, evitando forme vergognose di sfruttamento e di caporalato”. Riguardo alla pesca, infine, ”è importante garantire periodi di ripopolamento del pesce ed evitare forme intensive che distruggono l’ecosistema”. “Vanno evidenziate le iniziative lodevoli di alcuni porti italiani che si sono dedicati anche alla pesca di plastica, per mantenere pulito il mare, fonte di lavoro e di vita”, aggiungono i vescovi.

Ilaria Paoletti

Redazione

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