
La provincia di Trento, guidata dal presidente Ugo Rossi del Partito autonomista trentino tirolese (Patt), sostenuto da una maggioranza di centro-sinistra, ha pensato bene di avviare tirocini della durata fino a un anno, retribuiti da un minimo di 300 a un massimo di 600 euro mensili, presso alcune strutture alberghiere della provincia.
Tutto bene, quindi? Invece no, perché questi tirocini sono destinati a richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale. Insomma, agli immigrati illegali ospitati nella verde, splendida terra trentina.
“Sappiamo che il Centro informativo per l’immigrazione del Dipartimento Salute e Solidarietà sociale della Provincia autonoma di Trento (Cinformi) gestisce il progetto per l’accoglienza dei richiedenti asilo nell’ambito del sistema Sprar dal 2013, in collaborazione con il centro Astalli di Trento e l’associazione Atas onlus – scrive in una nota il segretario della Lega Nord Trentino Maurizio Fugatti – e che oltre all’accoglienza integrata, che spazia sembra dall’alloggio all’apprendimento della lingua italiana, il progetto mirerebbe a strutturare percorsi individualizzati d’inserimento lavorativo (tirocini) o d’inserimento in ambiente di lavoro protetto”.
“Cos’altro dovremo ancora vedere – conclude l’esponente del Carroccio – verranno requisite le abitazioni dei trentini per sistemare i profughi? Verranno tolti tutti gli aiuti per sfamare gli ultimi arrivati? Siamo proprio arrivati alla follia pura: in un Paese e in una Provincia civile e normale le istituzioni pensano prima al bene dei propri cittadini. La solidarietà va bene ma facciamola prima ai trentini”.
La consapevole follia anti-italiana della sinistra, evidentemente, non conosce latitudini né confini.
Francesco Meneguzzo
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