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Trento, in arrivo tirocini retribuiti (ma solo per gli immigrati)

by Francesco Meneguzzo
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clandestini2Trento, 23 ago – Con una disoccupazione giovanile al 15%, certo ben lontana dagli apocalittici valori del meridione ma in costante aumento, una provincia autonoma privilegiata sul piano fiscale come il Trentino dovrebbe fare ogni sforzo per assicurare un futuro sul territorio ai propri ragazzi.
La provincia di Trento, guidata dal presidente Ugo Rossi del Partito autonomista trentino tirolese (Patt), sostenuto da una maggioranza di centro-sinistra, ha pensato bene di avviare tirocini della durata fino a un anno, retribuiti da un minimo di 300 a un massimo di 600 euro mensili, presso alcune strutture alberghiere della provincia.
Tutto bene, quindi? Invece no, perché questi tirocini sono destinati a richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale. Insomma, agli immigrati illegali ospitati nella verde, splendida terra trentina.
Sappiamo che il Centro informativo per l’immigrazione del Dipartimento Salute e Solidarietà sociale della Provincia autonoma di Trento (Cinformi) gestisce il progetto per l’accoglienza dei richiedenti asilo nell’ambito del sistema Sprar dal 2013, in collaborazione con il centro Astalli di Trento e l’associazione Atas onlus – scrive in una nota il segretario della Lega Nord Trentino Maurizio Fugatti e che oltre all’accoglienza integrata, che spazia sembra dall’alloggio all’apprendimento della lingua italiana, il progetto mirerebbe a strutturare percorsi individualizzati d’inserimento lavorativo (tirocini) o d’inserimento in ambiente di lavoro protetto”.
Cos’altro dovremo ancora vedere – conclude l’esponente del Carroccio – verranno requisite le abitazioni dei trentini per sistemare i profughi? Verranno tolti tutti gli aiuti per sfamare gli ultimi arrivati? Siamo proprio arrivati alla follia pura: in un Paese e in una Provincia civile e normale le istituzioni pensano prima al bene dei propri cittadini. La solidarietà va bene ma facciamola prima ai trentini”.
La consapevole follia anti-italiana della sinistra, evidentemente, non conosce latitudini né confini.
Francesco Meneguzzo

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