
Questa tremenda odissea vissuta dall’imprenditore italiano ha dimostrato più volte l’assoluta incapacità dell’Italia nel far valere il proprio peso nelle questioni internazionali. La liberazione di oggi infatti non può di certo essere considerata come un successo del nostro governo, anzi è l’ammissione della nostra totale impotenza di fronte persino ad un piccolo stato africano. Infatti la Guinea è riuscita pienamente nel suo intento, e cioè tenere prigioniero ingiustamente Berardi per quasi tre anni. E non solo: la condanna (illegittima) del nostro connazionale è durata anche più del previsto, dato che avrebbe dovuto essere scarcerato già lo scorso 19 maggio ed invece i giudici africani hanno prolungato la sua agonia con la scusa che i mesi di carcerazione preventiva non potevano essere considerati nel conteggio dei giorni di pena da scontare.
Nessuna vittoria dunque, anzi all’orizzonte solo la paura che gli altri tre Italiani, attualmente imprigionati senza alcun accusa in Guinea Equatoriale, saranno costretti a rivivere la stessa folle storia toccata a Roberto Berardi, almeno sino a quando non saranno gli Africani stessi a decidere che i nostri connazionali avranno pagato abbastanza. Così, dopo aver scoperto di non contare nulla in Europa, pare che l’Italia non conti proprio nulla in nessuna parte del mondo. Bentornato Roberto, ci dispiace tanto di non averti riportato in patria prima. Queste scuse che dovrebbero arrivarti da un governo di incapaci e che invece probabilmente non riceverai, oggi te le fanno gli Italiani.
Francesco Vozza
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