
Contattata su Skype, la donna, originaria di Torre del Greco e ricercata per associazione con finalità di terrorismo, si mostra determinatissima.
Al fascicolo aperto su di lei in Italia risponde così: “È un buco nell’acqua perché non serve a niente. È illogico ed è irragionevole che la polizia italiana decida di arrestare queste persone. I messaggi che mi scambiavo con i miei genitori e mia sorella non erano di incitamento al jihad o qualcosa del genere. Noi parlavamo di come i miei genitori avrebbero potuto fare una buona vita, qui nello Stato islamico”.
La legge del Califfato, a sentire lei, è perfetta: “Questi che vengono decapitati sono ladri, sono ipocriti, agiscono come spie nello Stato islamico. E riportano le informazioni ai miscredenti per poi attaccarci. Qui non schiavizziamo le donne ma le onoriamo. Basta usare sempre i soliti argomenti. Lo Stato islamico, sappi, è uno Stato perfetto. Qui non facciamo nulla che vada contro i diritti umani. Cosa che invece fanno coloro che non seguono la legge di Allah”.
Roberto Derta
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