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Prestiti da usura alla Grecia: il Fmi ricava 2,5 miliardi di euro

by Giuseppe Maneggio
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Christine Lagarde, direttore del Fondo Monetario Internazionale mostra orgogliosa la borsa piena…


Atene, 7 lug – Con la crisi greca che è ben lungi dall’evidenziare una fine e trasformata in farsa da Tsipras che continua a negoziare la sovranità ellenica in una confusa partita a scacchi con la Troika, quel che si evince dai dati forniti da Global Research (ente di ricerca indipendente che opera sui dati macroeconomici avuti per effetto della globalizzazione), è che il Fondo Monetario Internazionale grazie ai prestiti concessi alla Grecia ha ottenuto guadagni per 2,5 miliardi di euro. E’ la cifra percepita dall’istituto presieduto oggi da Christine Lagarde tra il 2010 e giugno 2015 grazie ai prestiti concessi alla Grecia a tassi da usura.
Quasi tutti i paesi coinvolti dalla crisi del debito sovrano hanno ottenuto prestiti dal Fmi, o piano di aiuti come è più solito sentir dire attraverso i media, con un tasso di interesse del 3,6%. L’istituto di Washington ha così intascato 8,4 miliardi di euro, di cui un quarto di questo guadagno proveniente dal programma di sostegno ad Atene.
I ricavi ottenuti dal Fmi vanno ad aggiungersi alle riserve del Fondo che ora vale 19 miliardi. Questi fondi vengono tipicamente usati nel caso in cui un paese faccia default sul debito, cosa che del resto è successa alla Grecia il 30 giugno scorso che non è stata in grado di restituire la tranche di 1,6 miliardi di euro che doveva al Fondo. Attualmente sono 24 i miliardi che la nazione ellenica deve ancora restituire al Fmi.
Tim Jones, economista presso Jubilee Debt Campaign molto critico verso le politiche della Troika, ha denunciato che “non solo il prestito dell’Fmi ha salvato le banche ma ha anche portato altro denaro fuori dal paese. Un interesse da usura come quello imposto ha pesato ulteriormente su un popolo greco già alle prese con un debito ingiusto“.
Il “salvataggio” della Grecia assume le sembianze di un grande business dell’usura dovuto ad una crisi indotta, questa volta fatto nei confronti di uno stato fallito e con il Fmi e l’Ue nel ruolo di strumenti esecutivi. Il governo greco, in stato d’insolvenza per pagare il suo debito, chiede denaro (in cambio di obbligazioni) ed emette più debito. Cioè torna a indebitarsi per pagare il nuovo debito. L’Ue e la Bce (come intermediari e garanti), il Fmi e gruppi d’usura internazionale rifinanziano lo Stato greco e attraverso un “adeguamento selvaggio” si assicurano che la Grecia paghi il suo debito riciclato con nuovi interessi usurari. In questo modo, gli usurai internazionali (banche centrali, fondi di investimento e gruppi privati) prestano soldi, si assicurano la capacità di pagamento con l’adeguamento e alimentano la nascita di un’altra bolla con la speculazione sui titoli greci nel mercato internazionale.
Alexis Tsipras da buon prestigiatore sta giocando sulla pelle di 8 milioni di greci e ne è cosciente.
Giuseppe Maneggio
 

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