
“La nostra è una provocazione – spiega Croce – fatta contro chi delle provocazioni ha fatto un modo di vivere, e quindi a lui chiediamo, oltre che di smetterla di usare impropriamente il nome capra come epiteto, anche di andare a vivere tre giorni con i pastori ed imparare, pascolando le capre, quanto sono intelligenti quegli animali”. Speriamo che, raggiunti gli sperati 5 minuti di notorietà, il signor Croce desista dall’intento di presentare davvero l’esposto, se non l’ha già fatto: se la magistratura perdesse anche solo 5 minuti dietro a questa idiozia vorrebbe dire l’invasione da parte dell’Isis va rivalutata come opzione politica assolutamente ragionevole.
Fortunatamente, Sgarbi ha saputo replicare nel consueto modo geniale: “Ringrazio l’Aidaa, condividendo pienamente le loro posizioni. Infatti, avendo evitato di legare al sostantivo ‘capra’ qualunque aggettivo, ho sempre inteso capra come un complimento, considerando di molto inferiori alcuni uomini. Suggerisco comunque all’ Aidaa di fare un esposto anche contro Gesù Cristo che, identificandosi nel buon pastore, ha riconosciuto negli uomini le sue pecore”.
Giorgio Nigra
1 commento
Giusto l’altro ieri ne avevo scritto, per la bestiemmia in diretta Rai (apparsa in una didascalia minuscola) alcune associazioni cattoliche si erano risentite,evocando addirittura l’Isis, evidentemente per spararla grossa non avendo un tubo da fare nella vita. Ora questa “perla” da questo signore in difesa dell’onorobalità delle capre (sugli animalisti e i vegani è meglio stendere un velo pietoso), è una cosa da internamento psichiatrico coatto. Verrebbe da dire a lui: Capra! Capra!