
I condannati messi a morte sono, ad eccezione di un egiziano e un ciadiano, tutti cittadini sauditi. Fra di essi anche Nimr al-Nimr, religioso sciita che nel 2011 – all’epoca delle primavere arabe – fu protagonista e leader delle proteste contro il governo. Miccia dei sommovimenti di piazza fu la discriminazione che la maggioranza sunnita rivolge nei confronti dei seguaci di Ali, ramo minoritario dell’Islam. Una discriminazione che, recentemente, è stata acuita dalle frizioni con l’Iran rinnovato protagonista nella regione, sfociando in numerosi attentati nei confronti di moschee sciite, tutte situazione nella zona orientale dell’Arabia Saudita dove la presenza della minoranza è radicata da tempo.
Roberto Derta