
La Grecia del “rivoluzionario” Tsipras ha così firmato, ancora una volta, la propria condanna a morte, avvallando l’assurdo circolo vizioso che vede nell’indebitamento recessivo il fine ultimo della finanza globalista capace di stampare prestiti a costo zero in cambio della distruzione del benessere e della ricchezza reale di una comunità economica.
Al di là delle analisi sulla gestione finanziaria del passato (questione che vale per i Piigs ma che varrebbe anche per il deficit americano), è chiaro un punto: Fed, Bce e Fmi hanno da tempo lanciato la propria offensiva contro quei paesi occidentali che, tutelati fino agli anni ’90 dalla propria sovranità, si trovano oggi a dover accettare l’incubo di una recessione senza fine, scientificamente voluta per assecondare il delirante piano di ingegneria sociale del mercato unico globale.
Giacomo Petrella