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“Solo un contagio su 1000 all’aria aperta”. Lo studio che sbugiarda i fanatici del lockdown

by Cristina Gauri
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sport aria aperta

Roma, 6 apr — Gli ultrà del «lockdown totale nazionale», i Crisanti, i segnalatori di runner e movide e chi strilla ai bambini che giocano al parco si tengano forte: viene dall’Irlanda il nuovo studio che rivela come un solo caso su mille di Covid sia riconducibile a contagi all’aria aperta. 

Sembrerebbe un po’ il segreto di Pulcinella, ma ci sono voluti i dati forniti dall’Health Protection Surveillance Center, che monitora in casi di coronavirus irlandesi, per ufficializzare la questione. Quelli evidenziati dalla ricerca sarebbero focolai sviluppati in «luoghi che sono principalmente associati ad attività all’aperto, ovvero sport all’aria aperta e cantieri edili, o focolai che menzionano specificamente un’attività all’aperto».

Solo un contagio su mille avviene all’aria aperta

Dai dati emerge che solamente 262 dei 232.164 casi di infezione da Sars-CoV-2, registrati dall’inizio del 2021 fino al 24 marzo, sono avvenuti all’aria aperta. Un caso su mille, lo 0,1% del totale. Non è l’unico report che scagiona l’attività motoria all’esterno: un altro studio dell’Università della California che tiene conto di cinque studi sulla trasmissione del virus, rivela come la probabilità di infettarsi in un luogo chiuso sia 19 volte superiore a quelle che si registrano all’aperto.

Lo studio che scagiona le attività outdoor

Secondo l’istituto — che ha pubblicato i dati su specifica domanda del quotidiano dell’Irish Times — sarebbero 42 i focolai causati da assembramenti en plein air: curiosamente, 21 si sono originati all’interno di cantieri edili e il resto durante lo svolgimento di attività sportive o ricreative outdoor. Dati che scagionano le attività all’esterno e confermano che all’aperto il rischio di infettarsi con il coronavirus è clamorosamente inferiore rispetto a quello che si corre in ambienti al chiuso o con scarsa areazione.

Mike Weed, professore dell’Università di Canterbury, dopo aver esaminato lo studio ha concluso che «in molti settori, e per molte dimensioni e formati, dovrebbe essere possibile mettere in atto adeguate mitigazioni basate sull’evidenza per fornire eventi e attività all’aria aperto in un modo che non aumenti il ​​rischio dalla trasmissione sporadica all’epidemia di cluster». Nel frattempo l’Irlanda ha dato l’ok per l’attività motoria sportiva all’aperto da lunedì 26 aprile. Mentre le principali attrazioni per visitatori e cittadini ripartiranno da mercoledì 5 maggio.

Cristina Gauri

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