Roma, 24 set – Come era prevedibile al referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari ha vinto il Sì, sfiorando il 70%. Una vittoria netta ma non come gli scenaristi presagivano prima della pandemia.
“Torniamo ad avere un parlamento normale, con 345 poltrone e privilegi in meno. È la politica che dà un segnale ai cittadini. Senza il Movimento 5 Stelle tutto questo non sarebbe mai successo”, ha commentato Luigi Di Maio. Toni trionfalistici che però cozzano con la realtà per vari motivi: pur essendo un cavallo di battaglia storico del Movimento, la vittoria del Sì era scontata perché tutti i partiti dell’arco parlamentare – seppur con qualche dissidio interno – hanno accolto positivamente la riforma. E considerando le batoste ricevute in tutte le regioni al voto, i 5 Stelle perdono ancora di più il loro peso all’interno del governo a discapito di un Pd che, con la linea Zingaretti, ha dimostrato di tenere botta portando a casa tre regioni, ed ora pronto a sfruttare questo vantaggio facendo evidenziare nell’agenda di governo il commissariamento dell’Italia con l’attivazione del Mes.
Referendum: sorprendente il voto 18-24 anni
Il 30% dei No, che rappresenta una minoranza sicuramente non infima, racchiude un ulteriore dato tutto da analizzare. La retorica dell’antipolitica insita in questa consultazione, la quale – va ribadito – con la scusa della lotta alla “casta” quest’ultima l’ha solo rafforzata, ha fatto più presa nell’elettorato over 50. Ciò a riprova che questa retorica figlia di un atteggiamento politico “ gentista”- diverso dal populismo come reazione alle élite globaliste – tipico dei 5 Stelle non ha avuto un radicamento totale nella società italiana.

Lecito a questo punto pensare che i giovani denunciano la mancanza di una politica dalle visioni nel medio-lungo termine che, se da una parte si concentra catalizzando l’attenzione su battaglie prive di senso arrivando a proporre un anacronistico antifascismo, dall’altra, nonostante la possibilità di agire su temi cari all’elettorato, pensa di poter governare mantenendo il consenso a suon di selfie, senza una minima idea di come creare un contropotere per arrivare ad un’egemonia culturale.
Riccardo Natale
1 commento
Infatti hanno prevalso i più disillusi! Tutto il resto è noia…