
In una lettera aperta indirizzata ai leghisti e, per conoscenza, alle principali autorità del Paese, leggiamo di un “processo di educazione complessivo mirato a recuperare il loro essere umani. Noi siamo disponibili come donne specializzate: psicanaliste, pedagogiste, sociologhe, docenti, psichiatre, etnologhe, antropologhe linguiste, esperte di comunicazione che operano a Bologna in associazioni di volontariato e come libere professioniste”.
Insomma, una sorta di “metodo Ludovico” in salsa antirazzista. A meno che il riferimento a Beethoven non suoni già troppo etnocentrico, ovviamente…