Mare Nostrum “sarà un’operazione militare ed umanitaria e prevede il rafforzamento del dispositivo di sorveglianza e soccorso in alto mare per incrementare il livello sicurezza delle vite umane”, ha spiegato il ministro della Difesa, Mario Mauro. Angelino Alfano ha invece dichiarato che l’operazione si articolerà su tre livelli: “Quello estero di cooperazione internazionale tendente a fare di tutto perché i migranti non partano; un livello relativo al controllo della frontiera, che è europea non italiana; terzo livello, l’accoglienza e il dispiegarsi del dispositivo nazionale”. Dei tre livelli, però, uno solo è certo: l’impegno delle nostre navi per scortare i barconi. Dell’impegno dell’Europa non abbiamo certezza alcuna. Quanto alla cooperazione internazionale per evitare le partenze, oggi come oggi sembra davvero una chimera, soprattutto se l’Italia non si mette in testa di svolgere un ruolo pacificatore anziché destabilizzatore nel Nord Africa.
In attesa di vedere la concretezza di questi propositi, un dato reale è quello relativo ai costi. “Attualmente spendiamo un milione e mezzo di euro al mese, potenziando il dispositivo con la nuova operazione si spenderà di più”, ha detto Mauro. Alfano ha provato a minimizzare: “Ci sono i bilanci dei rispettivi ministeri che servono a coprire queste cose: è a valere sui fondi dei rispettivi ministeri”. Il timore, tuttavia, è che si finisca per pagare la tassa immigrati nel pieno di benzina, con la solita scappatoia dell’accisa ad hoc, insieme al rincaro – tuttora in vigore – per finanziare la guerra d’Abissinia. A proposito di Mare Nostrum…
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