
“Se prendo più voti di Forza Italia, il leader del centrodestra sono io“, ha già messo in chiaro Matteo Salvini, sicuro della riconferma di Zaia e del fatto che la Lega in molte regioni è destinata a superare -in alcuni casi con largo scarto- i consensi accordati al partito di Berlusconi. Resta ancora da vedere come andrà la prima esperienza dello “sbarco” leghista al sud, dove la lista di Noi con Salvini è presente in Puglia a sostegno di Adriana Poli Bortone.
Dal canto suo, invece, Berlusconi continua a fare il gioco delle tre carte. Se Salvini mostra un piglio decisionista, l’ex cavaliere divaga fra pulsioni di una seconda vera e propria “discesa in campo” e preparazione di una successione che -è l’impressione- più tardi si avrà e più danni produrrà a quello che una volta era il primo partito d’Italia. “Sono sicuro che Matteo Salvini farà parte della grande casa dei moderati -ha detto- guidati da una leader che non potrà chiamarsi Silvio Berlusconi che resterà in campo magari come capo nobile“.
Un modo elegante, quello del presidente del Milan, per dire tutto e niente allo stesso tempo, anche perché non più tardi di ieri non ha mancato una stilettata al segretario del Carroccio: “Salvini fa benissimo campagna elettorale ma con i suoi toni esasperati non risolve il problema. Sono metodi buoni solo per prendere voti ma non per trovare una soluzione”. Parole a cui Salvini non ha mancato di rispondere a stretto giro: “Berlusconi si faccia due passi a Padova o a Verona: dove la Lega ha governato e governa questi problemi non ci sono”.
Filippo Burla