Roma, 11 feb – Ci sarebbe un “super untore” del coronavirus. E’ un signore britannico di mezza età che dopo essere stato a Singapore è andato in vacanza sulle Alpi francesi, ma era positivo al virus. E’ il simbolo di come uno che per lavoro o per diletto viaggia in lungo e in largo per il mondo possa vanificare gli sforzi per contenere le epidemie. Steve Walsh, 53 anni, avrebbe contratto il virus mentre era Singapore per una conferenza internazionale sponsorizzata dalla sua azienda, la Servomex, da un uomo proveniente da Wuhan, epicentro dell’epidemia. In seguito l’uomo d’affari, quando era ancora asintomatico, ha raggiunto la sua famiglia che era a sciare sul monte Bianco, in Francia. Lì ha infettato altri cinque concittadini che erano nel suo hotel, compreso un bambino di 9 anni, e uno spagnolo che era nell’area. Tornato in patria, a Brighton, nel sud dell’Inghilterra, si è recato in un pub dove ha diffuso ancora di più il morbo. Questo senza contare le persone che ha potuto incontrare sui voli che ha preso per tornare nel Regno Unito. Si teme anche che altre novanta persone, presenti alla conferenza a Singapore, possano essere state infettate e aver così iniziato altre catene di contagio nei loro Paesi natali.
Per l’Oms è l’esempio perfetto di “super diffusore”
Per l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Walsh è l’esempio perfetto di “super spreader” (super diffusore), cioè qualcuno che infetta una grande quantità di persone. Attualmente è sotto osservazione insieme ai suoi familiari. A gennaio una donna di Shanghai che si era recata in Germania per partecipare a una sessione di aggiornamento alla Webasto, un’azienda di componentistica automotive, a sud-est di Monac, che era infetta ma non ancora malata, ha contagiato una dozzina di colleghi che poi hanno passato la malattia anche ai loro familiari.
Ludovica Colli
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