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Fonderia San Gavino, lavoratori verso la cassa integrazione: la protesta disperata

by La Redazione
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fonderia san gavino

Roma, 25 mar – Che la fonderia di San Gavino Monreale fosse a rischio chiusura è cosa nota dall’autunno, ovvero da quando la Portovesme srl aveva annunciato l’intenzione di chiudere i battenti. Ciò di cui in questi mesi si è parlato poco è la disperazione di migliaia di lavoratori che rischiano il lavoro.

Fonderia San Gavino, i lavoratori si incatenano

Come riporta l’Ansa, per la fonderia di San Gavino sta per giungere il momento peggiore: quello in cui, dal 1 aprile, i lavoratori dello stabilimento saranno posti in cassa integrazione a zero ore. Per dirla in soldoni: dimezzamento dello stipendio e – a meno di piani di riconversione di cui per ora non si vede l’ombra – perdita definitiva del lavoro. Così i dipendenti hanno istituito un’assemblea permanente con annesse tende, e alcuni di loro si sono incatenati ai tornelli dell’impianto. Non si fidano – giustamente – della riunione convocata dai sindacati per lunedì mattina. Del resto il numero di licenziati potrebbe essere enorme: circa 1450. Una tragedia sociale senza appello.

La protesta

Così parla, Cristiano Lisci della Rsu Filctem della fonderia di San Gavino: “Siamo arrivati a fine marzo che abbiamo spento tutte le macchine, colato tutti i materiali preziosi e dall’1 aprile saremo in cig a zero ore. Siamo quasi tutti giovani e l’età media dello stabilimento è tra i 38 e i 39 anni: abbiamo messo su famiglia e comprato casa e ora quali sono le nostre prospettive? L’azienda vuole chiudere definitivamente i cancelli a San Gavino e per questo motivo da ieri siamo qui dentro e rimarremo qui sino a quando l’azienda non ci darà le risposte per il futuro”. Inoltre, “occorre trovare un accordo per questi mesi, in attesa che si sblocchi la questione dell’energia e che veda la luce il progetto di revamping che purtroppo non riguarda San Gavino, ma serve chiarezza da parte dell’azienda”.

Alberto Celletti

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1 commento

fabio crociato 26 Marzo 2023 - 7:48

Per chi lo desidererà veramente mi pare possa essere l’ occasione del “kolchoz”, in versione italiana mod., più in senso comunitario che collettivo; ma chi sarà il soggetto che porrà in pratica un sistema rivoluzionario di sopravvivenza ragionato e naturale? Ci dessero almeno un nuovo A. Fanfani !!

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