Roma, 8 ott – Bei tempi andati quelli in cui la sinistra giustizialista e piagnona gridava da tivvù e giornali alle leggi ad personam del compianto Silvio Berlusconi. Lui che veniva accusato di fare le leggi per farsi gli affari suoi ed eventualmente godere dell’assoluzione in caso di processo. Un peccato propedeutico fare una cosa del genere, visto che a sinistra si sono inventati addirittura la retroattività dell’immunità parlamentare. La candidatura, leggasi elezione certa, per sfuggire alla giustizia e non per rappresentanza della gente. L’immunità parlamentare che è uno scudo (e nemmeno per tutto) per ciò che si fa durante il proprio mandato è stato usato per coprire i misfatti commessi per la causa personale. E senza pentimenti, altro karma da sempre evocato da via delle Botteghe Oscure.
“Siamo tutti antifascisti”: Ilaria Salis festeggia la sua impunità
Ilaria Salis da ieri può tranquillamente festeggiare – mai verbo fu più adatto – la conferma dell’impunità con tanto di pugno sinistro alzato. Come un Fico qualunque, terza carica dello stato (ridotto a participio) il giorno della festa della Repubblica. Che, se antifascista, dovrebbe essere la loro festa e che, invece, per espressa volontà, cederebbero volentieri a rom, zingari e a tutto ciò che italiano non è. “Siamo tutti antifascisti” ha scritto la maestrina della banda del martello fresca di fiducia sul proprio profilo Instagram con tanto di foto di rito eppure nessuna gattara dai capelli viola è insorta invocando la schwa finale. Perché non sono (più) maschi né femmine, ma solo antifa. Nessun isterico latrato verso il patriarcato dell’aggettivo indefinito declinato senza rispetto alcuno solo al maschile. Tutti zitti. Tutti, cioè la metà più uno dei vo-tanti, in realtà pochi, della plenaria sarebbero antifa per come hanno votato. Il che vuol dire la metà. E se sottraiamo gli astenuti agli astanti sono pure meno della metà. Evidentemente non sono solo i conti con la giustizia quelli che la maestrina non sa fare. L’importante, però, è averla scampata, avere Mimmo Lucano accanto con cui strappare una bottiglia di champagne, ricevere dei fiori che, per fortuna per noi e peccato per loro, non sono stati deposti sulla tomba del giovane musicista ungherese che la Salis nemmeno conosce, continuare a percepire puntuale i venticinquemila euro al mese ed evitare le carceri ungheresi che ospitano i suoi compagni della Hammerbande. Un atteggiamento davvero onorevole. Perfettamente in linea con gli skipper della Flottilla che sono tornati per primi da Israele grazie alla loro immunità parlamentare, lasciando nelle carceri israeliane i loro compagni fregati di cui si sa tutto: dalle bandiere alle blatte… delle zecche. Quando si dice il pensiero unico!
Dalla Flottilla alla Salis, quando l’immunità parlamentare diventa un alibi
La Flottilla in pluriformazione per la consegna degli aiuti invisibili – nel senso che nessuno li ha visti mai – che ha ospitato a bordo pure l’attivista svedese Greta Tumberg e, nemmeno qui, nessuno che si sia esibito in un eco-pianto in salsa green. D’altronde, ancora attendiamo di sapere da Greta come abbia smaltito pipì e popò durante l’ultima traversata. Menomale che ci sono stati i flottilleros a scendere in piazza che, tra bandiere rosso cigiellino miste a falce e martello, non hanno disdegnato quelle della pace. Andatelo a dire a un popolo che fa la guerra da una vita e per una vita pur di continuare a esistere! Andate a mostrare gli applausi della plenaria, che non ribaltava una prima votazione della commissione dal 1991, al giovane musicista ungherese che l’onorevole maestra & compagni hanno massacrato in nome della democrazia. Andate a dirlo ai compagni che, ancora una volta, hanno taciuto davanti al suo disonorevole appecorinamento al governo fascista tanto odiato e che si deve dimettere ogni giorno purché salvasse la beniamina Salis. Andate a dire che dovete ringraziare il Ppe che in Italia si chiama Tajani che, in linea con la sua genealogia, commentando l’esito delle votazioni regionali in Calabria, aveva chiaramente detto che il centrosinistra non esiste più e Forza Italia ha occupato quello spazio. Forza Salis aveva, in effetti, detto. Anticipando. Ma poiché ancora si deve votare in Campania, in Puglia, in Toscana e in Veneto meglio votare in segreto. Nella cabina elettorale non solo Dio ti vede e solo gli scemi non sanno.
Se anche la destra si svende per arrivismo
Destra e sinistra non esistono più. La destra approva la legge sul femminicidio e la sinistra permette che quel pugno che ha fatto centomilioni di morti possa ancora levarsi in alto. C’era già stato uno scambio di immunità? Ormai si scambiano anche i prigionieri come se fossero figurine dei calciatori. Il genocidio si chiama diritto alla difesa, così come gli omicidi degli anni di piombo sono diventati legittima difesa militante. Poi in piazza tutti proPal appassionatamente, tanto padrini e padroni sono gli stessi, andare alla Casa Bianca è come fare la foto d’obbligo con tanto di kippah davanti al muro. È come andare in ambasciata senza che conti nulla se questa da Tel Aviv sia portata a Gerusalemme. Ancora un po’ di pace e tutti insieme inclusivamente dalla Flottilla sbarcheranno sui resort della Costa del Medio Oriente, là dove una volta sorgeva Gaza. Là dove ci saranno cadaveri misti a macerie radicati nella terra ricca anche di gas. D’altronde sono riusciti a essere indifferenti davanti a sessantaduemila morti, di cui ventimila bambini, cosa può mai importare di un giovane col cranio sfondato. Quanti crani sfondati dei vostri coetanei che avete rinnegato in nome dell’arrivismo. Incondizionato. Inclusivo. Quando uscirete dal vostro mondo finto che vi raccontate a vicenda e vi calerete di nuovo nella realtà da cui siete sempre più scollati, inizierete anche a pesare i crani che da oggi avete legittimato di sfondare nel nome della vostra legalità che è inversamente lontana rispetto a voi tutti dal senso anche più elementare della giustizia.
Tony Fabrizio