
L’istituzione dell’esercito degli “infami del fisco” non sarà l’unica misura a far discutere. Varoufakis, seguendo il pessimo esempio di altri economisti, intende affidare parte del recupero del debito alla legalizzazione del gioco d’azzardo. Saranno emesse, infatti, nuove licenze per giochi online, per un ritorno annuale calcolato in 500milioni di euro. Una nazione in ginocchio, vessata dalle imposizioni della Troika e ulteriormente umiliata da questa manovra. Il governo di Tsipras, le cui promesse elettorali si sono sciolte come neve al sole, ricorre alle manovre più subdole per obbedire al volere della Bce e del Fmi, in cambio della concessione dell’ultima tranche del prestito da sette miliardi.
Il malcontento interno continua a montare, la base di Syriza si divide tra chi vorrebbe contestare i vertici e chi attende di capire come saranno utilizzati i fondi europei una volta ottenuto il prestito. Un nodo non secondario ma, secondo il parere dei più scettici, l’atteggiamento remissivo dimostrato finora non induce certo a previsioni ottimistiche circa un’inversione di tendenza. La Grecia avrebbe bisogno di dare un forte input alla ripresa dell’economia reale, a cominciare dal comparto agricolo e dalla cantieristica navale, settori che hanno sempre garantito posti di lavoro al di fuori del sistema statale. Nel frattempo, però, grazie all’accoppiata dei bellocci Tsipras-Varoufakis, i greci dovranno accontentarsi di spie e poker online.
Francesco Pezzuto