
GeRussia: un’asse Berlino-Mosca?
La cancelliera Merkel, per esempio, ha fatto tutt’altro che nascondere il rinnovato ruolo preminente tedesco, a partire dalla sorprendente iniziativa congiunta con la Francia di Hollande che, mettendo al tavolo Putin e Poroshenko con un blitz diplomatico da manuale, ha riportato almeno per il momento una relativa pace nella martoriata Ucraina dell’est, guadagnandosi a un tempo la fiducia russa e – immaginiamo – cinese, dall’altra probabilmente il sospetto o l’aperta ostilità americana. I rapporti tra Putin e la Merkel (che allo “zar”, negli incontri diplomatici, si rivolge direttamente in russo e che è cresciuta nella Ddr filo-sovietica, con in più il sospetto di entrature nei servizi) sono da sempre oscillanti. Lo stesso ruolo tedesco nelle sanzioni alla Russia va analizzato: se la mossa di Soros, che ha appena lodato la Merkel per la sua linea dura con Mosca, potrebbe benissimo essere una dichiarazione “avvelenata”,
Guerra economica: l’Aiib
La mossa però ancora più sorprendente e clamorosa, quella che rischia di cambiare definitivamente le carte in tavola, è stata quella della recentissima adesione tedesca (e francese) alla Aiib cinese come socio fondatore, seguita a quella britannica (motivata però, anzi quasi obbligata, dai rapporti finanziari vitali con la Cina) e apripista per l’adesione italiana nonché per il subitaneo ripensamento di presunti alleati di ferro degli Usa come Australia e Corea del Sud, a fronte di un Giappone che pare 
La guerra d’intelligence: i droni europei
Interessanti anche le manovre europee circa l’intelligence. Da sottolineare l’importanza del progetto “Male 2020” (un acronimo che sta per media, altitudine, lunga durata – medium, altitude, long endurance) è relativo alla costruzione di droni europei, per affrancarsi dall’egemonia israelo-statunitense. Si tratta di un progetto che vede cooperare Airbus Defence and Space, Dassault Aviation e Alenia Aermacchi di Finmeccanica. “Ci sono molte buone ragioni per accelerare la politica di difesa comune in Europa”, ha detto la Merkel presentando il progetto poche settimane fa. “Male 2020” è fondamentale perché renderebbe l’Europa indipendente dal punto di vista delle informazioni. “Perché le immagini sono potere: chi ha le immagini, chi conosce la situazione, può agire e prendere le decisioni giuste. In questo modo non dipendiamo dalle immagini di altri, ma abbiamo le nostre. Le immagini europee”, ha spiegato il presidente francese Hollande.
Movimenti di soldati
Le crescenti tensioni fra Berlino e Washington non sono forse estranee anche ad alcune dinamiche di tipo più prettamente militare. A gennaio, infatti, gli Usa hanno deciso di ridimensionare la presenza di truppe americane in Europa. Con due sole eccezioni: Italia e Germania, dove al contrario il numero dei soldati statunitensi è destinato a salire. Nel dettaglio, nel Belpaese arriveranno circa 
Spionaggio a Berlino: la Cia e la Nsa

L’ambiguità tedesca: il Ttip
Ondeggiante e, purtroppo, ultimamente accondiscendente la posizione tedesca sul trattato di libero scambio transatlantico – Ttip – cui gli Usa hanno affidato gran parte delle proprie sorti di nazione “unica indispensabile”, per usare le parole del presidente Obama della scorsa estate, le cui conseguenze per l’Europa sono previste oscillare tra il negativo e il catastrofico. Se il ministro dell’Agricoltura tedesco, Christian Schmidt, ancora a gennaio si diceva preoccupato perché con il nuovo trattato “non possiamo più 
La nuova Ostpolitik preoccupa Washington
Sia come sia, il rinnovato protagonismo di Berlino sembra preoccupare non poco Washington. Recentemente, la più autorevole pubblicazione americana di politica estera, Foreign Affairs, ha pubblicato un articolo sulla Germania, scritto da Hans Kundnani, direttore di ricerca al Council on Foreign Relations, e intitolato “Lasciandosi dietro l’occidente”. Nel testo, Kundnani 
Il “nuovo ordine paneuropeo”
Un certo timore, a Washington, sembra sia stato creato dall’ultimo report della Stiftung Wissenschaft und Politik (Swp), l’Istituto tedesco per la Sicurezza e gli Affari internazionali, think tank di Berlino che lavora soprattutto per il Bundestag e il governo federale, nel cui board siedono parlamentari bipartisan ed esponenti dei ministeri della Difesa, dell’Economia, degli Esteri e degli Interni. Nel rapporto si dice chiaro e tondo che “l’ordinamento politico interno” degli stati coinvolti nel futuro “ordine paneuropeo” a guida tedesca dovrebbe essere Unverletzlich, cioè inviolabile, incontestabile. Una chiara sconfessione della politica statunitense volta sempre più spesso all’interventismo e all’ingerenza. Secondoml’Swp, “il primo obiettivo della politica estera tedesca deve essere quello di una pacifica coesistenza e coevoluzione tra gli ideali occidentali sull’ordine politico domestico e quelli russi”. Il primo principio di questa nuova linea è proprio quello della “incontestabilità dell’ordine politico interno altrui”. Il think tank invita inoltre ad attenersi a un “sobrio pragmatismo nelle relazioni economiche” con i vicini europei, sottolineando come le forniture energetiche russe sino “fondamentali”.
Conclusione
Insomma, pur fra mille ambiguità, la Germania torna a immaginare un ruolo da protagonista in Europa e nel mondo. La direttrice di questa strategia sembra la vecchia asse Parigi-Berlino-Mosca, come nei primi anni 2000 con Chirac e Schröder al posto di Hollande e Merkel. E Roma? L’Italia per ora partecipa da comprimaria, stretta fra imperativi geopolitici, vassallaggio materiale e culturale e atavica indecisione. Mentre si fa l’asse orizzontale dell’Europa, sta a noi dar vita a quello verticale. In senso geopolitico e non solo.
Francesco Meneguzzo
Adriano Scianca