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Pigliate ‘na Flottilla! (Ché preferisci questa Italia nazifascista)

by Tony Fabrizio
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Roma, 5 ott – È vero, eravamo un popolo di santi, di poeti e navigatori. Eravamo il popolo della spedizione di Sapri quando partirono in trecento giovani e morirono romanticamente da eroi e patrioti. I tempi sono cambiati, al posto della spigolatrice e di Luigi Mercantini c’è la stampa italiana e l’epopea della Flottilla.

Quegli eroi di cartapesta già tornati a casa

C’è il racconto romanzato della missione di mezzo centinaio di eroi di cartapesta che avrebbe dovuto consegnare tonnellate di aiuti di umanitari, ma si sono si sono sciolti nell’acqua nonostante la stampa, quarto potere, e tutto il cucuzzaro s’è mosso alla meraviglia e hanno pompato, monopolizzando tivvù, radio e giornali raccontando la trama già scritta di uno spettacolo che avrebbe dovuto cantare le gesta di quattro anonimi parlamentari rossi tornati a casa da eroi. I sogni belli, però, muoiono all’alba e quelli dei navigati onorevoli sono morti già al tramonto e non perché non abbiano consegnato il carico di cibo, ma semplicemente perché, attivate le procedure di espulsione da parte dell’esercito con la licenza di uccidere nel generale silenzio del mondo, se ne sono semplicemente tornati a casa. E per primi!

I nostri “prodi” eroi, manco a dirlo, si sono fatti valere al grido di “lei non sa chi sono io!” appena toccata terra e subito si sono fatti scudo della immunità parlamentare (mica come una Salis che ne ha dovuto inventarsela per poterne abusare!), lasciando i compagni di venuta in attesa dell’espulsione immediata oppure nell’attesa dell’espulsione coatta. Stando almeno alle rassicurazioni degli amici della Farnesina. Volendo far valere anche per loro la sindrome di Aristotele secondo cui l’azione ha sempre ragione, dobbiamo constatare che la teoria vale per l’andata e vale pure per il ritorno: sic et sempliciter gli onorevoli parlamentari si sono dimostrati i rivoluzionari nemmeno della domenica, bensì quelli del venerdì della repubblica. Si sa, la rivoluzione non è un pranzo di gala e in Italia la domenica si pranza in famiglia: compagno, tu lotta che io magno! S’è salvato il ministro dei trasporti Salvini stavolta perché la flottiglia proveniente da Gaza è arrivata tardi, ma solo per lo sciopero! Per fortuna anche c’è il weekend che li rifocillerà. Maledetto cambiamento climatico, altrimenti avrebbero potuto tranquillamente godere della tepore del mare ottobrino di Capalbio che li avrebbe sicuramente accolti e coccolati.

“Pigliate ‘na flottiglia”

Maledetta anche la stampa nostrana che, insieme con i loro amici, era tutta nelle piazze per seguire i cortei per lo sciopero cosicché il loro grido “Blocchiamo tutto” ha impedito di fare sentire le voci dei coraggiosi ritornati in patria che hanno lasciato i loro compagni di fregata “fregati” in Israele e senza un martello salisiano, un manganello retrattile, ma solo con le bandiere arcobaleno della pace come solidarietà a un popolo che lotta da una vita e per tenersi in vita. Sono tornati come un qualunque ministro che viaggia in una auto blu in corsia preferenziale mentre il popolo bue è costretto a fare i conti con i disagi del trasporto pubblico; come mangiare del caviale alla mensa parlamentare mentre il popolino fai i conti e gli sconti per comprare un etto di acciughe, mentre nei mercati e supermercati impazza il tormentone “Pigliate ‘na flottilla” con lo scopo di non farci dimenticare i nomi di chi ci ha messo la faccia affinché il popolo metta per loro la X, garanzia di immunità, voli di stato e ritorno in Patria, ops, paese sani & salvi, anche se in altre parti del mondo ci sono bambini che muoiono come mosche ma per loro non è possibile nessuna flottiglia. Anzi nemmeno per i bambini di Gaza visto che gli aiuti umanitari non sono stati nemmeno consegnati. Non si è nemmeno riusciti a far valere la propria autorità in vece dell’autorevolezza da marchese del Grillo! Meglio tornare. Meglio della Flottilla è l’Italia dal costante pericolo fascista. Persino migliore dell’unica democrazia del vicino Oriente.

Tony Fabrizio

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