
Fa molto poco rumore, invece, il fatto che Walter Mallo, arrestato a Napoli nelle scorse ore e considerato dagli inquirenti il boss emergente del quartiere Miano, fosse un convinto sostenitore della rivoluzione cubana. Sulla sua pagina citava infatti Fidel Castro (“Patria o morte”) e Che Guevara (“Hasta la victoria, siempre”). Cuba, ovviamente, ha già i suoi problemi, non è il caso di attribuirgli anche la responsabilità di aver forgiato nuovi boss di camorra. E in effetti sarebbe decisamente fare troppo credito a Mallo il fatto di attribuirgli una compiuta ideologia politica: probabilmente citava Che Guevara come avrebbe potuto citare Gigi D’Alessio, cioè come riferimento pop.
Resta il fatto che è comunque in quell’immaginario e in quella parte politica che questo presunto nuovo boss (tatuaggio della lacrima sotto l’occhio, rettilario con pitoni in casa) andava a pescare riferimenti, cosa che nessun sociologo, nessun politologo, nessun editoriale affronterà mai, a differenza di quanto sarebbe accaduto con citazioni di segno opposto. È un discorso vecchio e già affrontato: ci sono cose che fanno “sociologia”, altre invece no. Ci cono connessioni e accostamenti dietro ai quali – secondo certi media – si cela sempre un mondo, mentre altre connessioni e altri accostamenti sono casuali, episodici, non nascondono nulla. Un boss che cita Che Guevara sarà solo un ignorantello che dice cose a caso, uno che cita Mussolini sarà la punta dell’iceberg di un sottobosco di collusioni. Credeteci, lo dice anche Saviano.
Giorgio Nigra
1 commento
Questa è la superiorità etica della sinistra, che in questo caso sbaglia delinquendo…questo potrebbero dire i nostri soloni da salotto televisivo. Chissà se Saviano stavolta dice due paroline..