
L’unica evidente differenza è che la jadarite, nome scientifico del minerale realmente esistente e così ribattezzato come omaggio alla valle dove è stato scoperto, “è bianca e non verde”. Dettagli, neanche del tutto corretti se consideriamo che anche nel fumetto esiste una forma di kryptonite di colore bianco capace di distruggere ogni forma di vegetazione dall’Univerco Dc da cui proviene. Nella realtà potrebbe al contrario risultare utilissima. Gli scienziati affermarono da subito che la jadarite avrebbe consentito di realizzare una quantità tale di batterie di lunga durata da rivoluzionare il mercato delle nuove applicazioni tecnologiche e secondo l’Australian Financial Review soddisfare il 20 per cento di richiesta mondiale di litio, dato che al suo interno ne contiene una quantità altissima.
In pratica la Serbia potrebbe risultare il più grande deposito di litio al mondo. Fumetti e sostanze immaginarie a parte, si tratterebbe di un colossale business per chi per primo metterà mano sui giacimenti di jadarite. Non solo, la Morgan Stanley ha posto in questi giorni l’attenzione sui potenziali sviluppi del mercato dell’energia, la banca statunitense sostiene che entro il 2030 le vetture con motore elettrico potrebbero invadere il mercato automobilistico ricoprendo il 16 per cento della produzione mondiale. Il governo serbo ha già esteso la licenza per le esplorazioni, mentre la società Rio Tinto ha annunciato un investimento da 20 milioni di dollari entro la fine del 2017 per continuare le ricerche in Serbia. Il futuro bacino minerario, secondo il governo di Belgrado, varrebbe già 10 miliardi di euro. Insomma per i serbi, ma forse ancora di più per chi otterrà le concessioni per l’estrazione della jadarite, la reale “kryptonite” potrebbe risultare un business da favola. Alla faccia di Superman.
Eugenio Palazzini