
Il valore segnalato dai tecnici dell’istituto di statistica è il più basso da 34 anni, vale a dire dal 1982, quando cioè cominciano le rilevazioni delle serie storiche sull’andamento degli stipendi. Il precedente minimo era stato toccato due anni fa, quando la crescita (annua) aveva toccato un modesto +1.2%. Abbastanza – come oggi – per difendere il minimo sindacale di potere d’acquisto, non sufficiente però per far ripartire la domanda interna, la vera grande assente nella crisi industriale italiana.
Una dipenda, quella di salari e stipendi, destinata a non invertirsi a breve. “Tra i contratti monitorati dall’indagine – spiegano sempre dall’Istat – nel mese di aprile nessun nuovo accordo è stato recepito, mentre sette sono quelli venuti a scadenza. Complessivamente i contratti in attesa di rinnovo sono 52 (di cui 15 appartenenti alla pubblica amministrazione) relativi a circa 8,3 milioni di dipendenti (di cui circa 2.9 milioni nel pubblico impiego)”. E ancora: “Alla fine di aprile la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 64.1% nel totale dell’economia e del 53.6% nel settore privato. L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 37.9 mesi per l’insieme dei settori e di 17.1 mesi per quelli del settore privato”.
Filippo Burla