
Purtroppo difficilmente qualcuno potrà negare, tra un anno o un millennio, la reale e documentata decimazione dei bambini greci, che si sta perpetrando a causa delle folli misure di austerità applicate per assecondare i diktat della famigerata Troika. La rivista medica inglese The Lancet, faro delle pubblicazioni in campo medico scientifico, ha presentato un dettagliato rapporto dal titolo Greece’s health crisis: from austerity to denialism. L’inchiesta racconta le gravissime ripercussioni che il popolo greco sta subendo a causa degli ingenti tagli alla spesa pubblica, una delle drastiche misure chieste dal Fmi alla Grecia per risanare il debito pubblico. I dati più allarmanti riguardano senza dubbio la sfera neonatale: secondo il rapporto la riduzione degli stipendi e l’aumento della disoccupazione hanno drasticamente ridotto i redditi familiari, portando la percentuale di bambini a rischio povertà dal 28,2% del 2007 al 30,4% del 2010. I neonati sottonutriti sono aumentati negli stessi anni del 19%, a causa del mal nutrimento delle madri e della mancanza di adeguate cure da parte delle strutture pubbliche ospedaliere. Un quadro disarmante che annuncia il dato più duro, quello sulla mortalità infantile, in aumento del 43% rispetto agli anni precedenti, con un aumento del 21% dei feti partoriti già morti. Cifre di per sé spaventose ma che non descrivono lo stato attuale della drammatica situazione, poiché calcolate su dati risalenti al biennio 2008/10 e quindi soggette a possibili variazioni in aumento riguardo agli ultimi tre anni.
Tutto ciò avviene in una nazione europea, a pochi chilometri dalle nostre coste, nel silenzio imbarazzante dei media, delle onlus, del Vaticano, di tutti quegli enti e associazioni che dalla tragedia del popolo greco, a differenza di quanto accade con altri “fratelli”, hanno poco o nulla da guadagnare.
Francesco Pezzuto