
In Fascismo o plutocrazia l’ultimo federale fascista di Torino barbaramente ucciso nella mattanza a fine guerra, attraverso una serie di articoli pubblicati su riviste e giornali tra cui La Stampa tra il 1939 e il 1945, affronta il tema ancora attuale dei guasti apportati dal sistema capitalistico e delle alternative per arrivare a una vera giustizia sociale. Scritti duri, diretti contro una deriva dell’economia che già negli anni ’40 appariva chiara a chi era in grado di vedere lontano. Una deriva in cui l’uomo è ormai schiavo di un sistema impersonale destinato a affamare milioni e milioni di persone, nonostante la terra offra risorse sufficienti per tutti. Solaro tratteggia l’immagine di un capitalismo ormai trionfante che nel sistema liberale e democratico trova il suo terreno più fertile e che solo la rivoluzione fascista può fermare. A distanza di settant’anni, la testimonianza di un giovane fascista dal cuore rosso che ha creduto sino in fondo a Mussolini e alla sua volontà di forzare i cancelli di un sistema, quello del dominio del capitale sul lavoro e sull’uomo, conserva una stringente attualità, a volte impressionante.
I suoi scritti, oltre una quarantina, riprendono anche il tema di un’unione europea, concepita in ben altro modo rispetto alla struttura tecnocratica e fredda che i popoli del ‘vecchio continente’ stanno vivendo sulla propria pelle. “Nell’Europa fascista – scriveva Solaro nel 1941 – il capitalismo finanziario, cioè il dominio impersonale e scientificamente inumano dell’economia, deve essere abbattuto. Diciamo violentemente, perché certe cattive erbe, se non vengono estirpate con prontezza alla radice, continuano ad allignare e a riprendersi qua e là”. Solaro, con decine di scritti, rilancia con forza l’idea di un’alternativa alla plutocrazia che sta uccidendo i popoli. E che proprio dal secondo conflitto è uscita vincitrice.
Ettore Maltempo