Roma, 4 ago – Oltre 17 ore di volo complessive, 22 stati americani attraversati con una rotta che ha disegnato il profilo del Boeing 787 Dreamliner. Una geniale operazione di marketing, quella studiata dalla compagnia statunitense e che, complici i servizi di tracciamento radar come flightradar24, sta facendo letteralmente il giro del mondo.

Superati i problemi, la celebre azienda americana ha ripreso a pieno ritmo la produzione – quasi 1300 gli ordini a fronte di soli 600 esemplari, ciascuno dei quali costa fra i 200 e i 300 milioni di dollari, ad oggi consegnati – nei quali c’è anche molta, moltissima Italia. Alenia Aermacchi (gruppo Leonardo Finmeccanica) produce infatti, negli stabilimenti di Foggia, Grottaglie, Pomigliano e Venegono Superiore, gli stabilizzatori di coda, alcune sezioni di fusoliera e le gondole dei motori, mentre la Magneti Marelli fornisce buona parte del cablaggio interno. In totale, quasi il 30% del Dreamliner è made in Italy, segno di un forte apprezzamento da oltreatlantico per la qualità della meccanica aeronautica tricolore che, dopo il poco lungimirante rifiuto di entrare all’epoca nella compagine Airbus, è riuscita a mantenere la propria forte presenza nel settore.

Nicola Mattei