Roma, 13 ago – Aldo Cazzullo, vicedirettore del Corriere della Sera, il 17 agosto riceverà ad Alassio il premio “Alassio per l’informazione culturale” “per la sua capacità di raccontare la storia e l’attualità con rigore, chiarezza e passione civile”. Ma c’è chi, di quel “rigore”, non è affatto convinto. Caio Giulio Cesare Mussolini, pronipote del Duce e autore del saggio Mussolini e il fascismo. L’altra storia, ha preso carta e penna per scrivere alla redazione di IVG.it, contestando la motivazione del premio e proponendo un dibattito pubblico proprio in occasione della cerimonia.
Mussolini vuole il confronto con Cazzullo
Secondo Mussolini, il libro di Cazzullo Mussolini il capobanda non risponde a criteri di ricostruzione storiografica seria: “Omissioni, imprecisioni e interpretazioni lontane da un approccio rigoroso, più vicino al romanzo che alla storia” – ha dichiarato. Per questo, propone un “confronto aperto” davanti al pubblico, per discutere un periodo storico “spesso poco conosciuto, mistificato o liquidato con troppa superficialità”. Nel suo volume, Mussolini rivendica di aver affrontato e smontato “alcune delle narrazioni dominanti” sul Ventennio, opponendo fonti e documenti a quella che definisce “storia à la carte”, dove si scelgono solo gli eventi funzionali a una tesi precostituita. Ad oggi, dagli organizzatori del premio nessuna risposta. Ma la palla è stata raccolta da Fabrizio Marabello, direttore della rassegna “Giovedì d’autore”, che si è detto pronto a ospitare Caio Mussolini e, nella stessa data, invitare anche Cazzullo: “Speriamo che voglia confrontarsi sui rispettivi volumi”.
In Italia la storia non è ricerca ma catechismo
Al di là della polemica contingente, la proposta di Caio Mussolini tocca un nervo scoperto: in Italia la storia del fascismo è spesso materia di catechismo civile più che di ricerca, con un canone interpretativo rigido che esclude ogni prospettiva alternativa. Un eventuale dibattito tra i due autori sarebbe un banco di prova per verificare se il “rigore” celebrato nei premi resiste al confronto con dati e documenti non allineati alla narrazione dominante. In un Paese dove il dibattito è spesso confinato ai margini, la sfida lanciata da Caio Mussolini è più di una provocazione: è un invito a verificare, pubblicamente, quanto la vulgata possa convivere con la verità storica, soprattutto quando questa mette in discussione i dogmi dell’oggi.
Vincenzo Monti