
Sotto la penna dello storico francese, l’epopea sudista prendeva forma come lotta della fedeltà alla terra contro il denaro cosmopolita, un episodio di spirito europeo trapiantato nel Nuovo Continente e stroncato da un potere oligarchico e senza patria.
A questa epopea pretende di essersi richiamato Dylann Storm Roof allorché, armato di pistola, ha fatto irruzione in una chiesa di Charleston tipicamente frequentata da afroamericani e ne ha uccisi nove. Il giovane era già stato arrestato a marzo per droga e, ad aprile, aveva ricevuto in regalo dal padre per il suo compleanno una pistola calibro 45. La stessa con cui ha compiuto la strage, uccidendo sei donne e tre uomini.
Malgrado le sue pretese e nobili genealogie, Dylann resta il sottoprodotto delle alienazioni del mondo uscito vincitore dalla Guerra di Secessione, nonché dalla Seconda guerra mondiale.
Le sue foto, il suo abbigliamento, la sua grottesca capigliatura a scodella che sembra uscita da “Scemo e più scemo”, i suoi “manifesti ideologici” presentano aspetti 
Come sempre accade, questo mondo marcio trova crociati pronti a gesti estremi per difenderlo solo tra alienati, complessati, sfigati. Sono le impazzite sentinelle del vuoto, i deliranti custodi del nulla, i sanguinari pretoriani del fango.
Avevamo iniziato parlando di Dominique Venner. Ecco, un confronto tra la figura del “cuore ribelle” della cultura non conforme europea e il disadattato di Charleston è illuminante. Da una parte il difensore dell’Europa che ha avuto una vita piena ed entusiasmante ma sacrifica se stesso per qualcosa di più grande. Dall’altra il crociato dell’Occidente che annega nel nulla ma fa una strage per dare un senso a se stesso.
Da una parte una civiltà per cui morire, dall’altra un’ossessione per cui uccidere. L’estrema lucidità, il coraggio, la compostezza da un lato, lo squilibrio mentale, la viltà, l’agitazione folle dall’altra. Ognuno ha il difensore che si merita, a quanto pare.
Adriano Scianca