
Altri cambiamenti riguardano il sistema di posizionamento di una pagina nel motore di ricerca che tiene conto e bilancia centinaia di fattori diversi. D’ora in poi al fattore dell’autorevolezza sarà assegnato un peso maggiore. Tutto questo, in altre parole, significa dare sempre più peso all’informazione mainstream e sabotare sistematicamente l’informazione indipendente. Quanto alle segnalazioni degli utenti, basterà una campagna ben orchestrata per mettere fuori gioco un sito, fatto arbitrariamente passare per “razzista” o “sessista” o chissà cosa. Ovviamente Google è un’azienda privata, libera di strutturare i propri algoritmi come meglio preferisce. Questo, però, dovrebbe farci riflettere sulla “privatizzazione” dell’informazione pubblica, sempre più strutturalmente dipendente da policy aziendali di multinazionali senza scrupoli. La rete, che doveva cambiare i rapporti di forza e instaurare democrazie “dal basso”, ha, al contrario, dato ampissimi poteri a organismi privati e a scopo di lucro, che decidono autoritariamente le regole del gioco. Non è esattamente un bel progresso.
Giorgio Nigra
1 commento
Non è un caso che tutte le grandi aziende americane dell’IT, nell’iniziare a offrire servizi gratuiti sono state finanziate dalla CIA. Ci ricordiamo quanti motori di ricerca esistevano un tempo? Quanti provider (a pagamento di una piccola, necessaria cifra) europei e italiani offrivano caselle email? E’ stata un’operazione di dumping per ottenere monopolio.