Inoltre, qualche giorno dopo il cinguettio in questione, Menard ha rilasciato un’intervista televisiva in cui ha affermato: “In una classe nel centro della mia città, il 91 per cento dei bambini sono musulmani”, aggiungendo che “Ovviamente, questo è un problema. Ci sono limiti alla tolleranza”. Tutto questo è bastato per chiamare allo scandalo e all’incitazione dell’odio razziale. È partita la denuncia e in questi giorni il Tribunale lo ha riconosciuto colpevole. La sua condanna è più pesante, anche se di poco, rispetto ai 1800 euro di multa chiesti dai pubblici ministeri, i quali hanno sostenuto che il primo cittadino aveva “puntato il dito contro i bambini, descritti come un peso per la comunità nazionale”. Menard dovrà anche pagare danni compresi simbolicamente tra uno e mille euro a sette associazioni antirazziste.
Pronta la replica del sindaco, vicino al Front National, il quale ha dichiarato di voler fare ricorso dal momento che nel suo tweet si era semplicemente limitato a descrivere una situazione reale, senza dare giudizi di valore. Del resto aveva invitato a confrontare le foto di due classi, una del 1970 e una di oggi, evidenziando come la sostituzione di popolo sia evidente.
Per comprendere la composizione etnica e religiosa di bambini nelle scuole Menard è stato spesso nell’occhio del ciclone perché è stato accusato di “schedare” i suoi concittadini. La pratica, sebbene costituisca una discussione accesa da oltre 20 anni, in Francia è illegale dal 1978 e chi la trasgredisce può essere condannato a cinque anni di carcere o 300 mila euro di multa. Chi difende la “schedatura” della popolazione sostiene che sia perché è ingiusto non poter conoscere il numero delle persone di origine straniera che vivono in Francia, dato che nascondere le differenze con una legge non basta a cancellarle.
A Béziers, cittadina mediamente ricca di 72mila abitanti, gli immigrati sono quasi tutti nordafricani, e secondo Menard l’integrazione è impossibile. Anche per il fatto che oltre alle differenze etniche ci sono quelle religiose, dato che quasi tutti gli immigrati sono musulmani.