Roma, 26 apr – Ancora “lotta alle fake news”, ancora una scusa per manipolare l’informazione. Google annuncia cambiamenti “strutturali” all’algoritmo che regola il funzionamento del motore di ricerca: verranno privilegiate, si legge, le “pagine web di qualità”, ad esempio assegnando un peso maggiore a fonti “autorevoli” e tenendo comunque ancora di più in conto le segnalazioni “umane” sui contenuti inappropriati. La novità che coinvolge più direttamente gli utenti riguarda gli strumenti di feedback su due funzioni di Google: il completamento automatico delle ricerche, finito sotto i riflettori per aver dato anche suggerimenti razzisti e sessisti, e gli “snippet”, letteralmente “frammenti”, che estrapolano dal motore di ricerca brevi contenuti, non sempre da siti pertinenti o autorevoli. Da oggi gli utenti potranno segnalare i testi dei suggerimenti e degli “snippet” indicando se li reputano violenti, offensivi, sessualmente espliciti, inutili o falsi.
Altri cambiamenti riguardano il sistema di posizionamento di una pagina nel motore di ricerca che tiene conto e bilancia centinaia di fattori diversi. D’ora in poi al fattore dell’autorevolezza sarà assegnato un peso maggiore. Tutto questo, in altre parole, significa dare sempre più peso all’informazione mainstream e sabotare sistematicamente l’informazione indipendente. Quanto alle segnalazioni degli utenti, basterà una campagna ben orchestrata per mettere fuori gioco un sito, fatto arbitrariamente passare per “razzista” o “sessista” o chissà cosa. Ovviamente Google è un’azienda privata, libera di strutturare i propri algoritmi come meglio preferisce. Questo, però, dovrebbe farci riflettere sulla “privatizzazione” dell’informazione pubblica, sempre più strutturalmente dipendente da policy aziendali di multinazionali senza scrupoli. La rete, che doveva cambiare i rapporti di forza e instaurare democrazie “dal basso”, ha, al contrario, dato ampissimi poteri a organismi privati e a scopo di lucro, che decidono autoritariamente le regole del gioco. Non è esattamente un bel progresso.
Giorgio Nigra
1 commento
Non è un caso che tutte le grandi aziende americane dell’IT, nell’iniziare a offrire servizi gratuiti sono state finanziate dalla CIA. Ci ricordiamo quanti motori di ricerca esistevano un tempo? Quanti provider (a pagamento di una piccola, necessaria cifra) europei e italiani offrivano caselle email? E’ stata un’operazione di dumping per ottenere monopolio.