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“IF”, la poesia che traccia il sentiero per essere Uomini

by La Redazione
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IF

Roma, 11 ago – “IF”: se. Una semplice sillaba che è diventata parola. Due lettere che nella loro semplicità pongono un dubbio, o meglio una condizione, per qualsiasi strada un uomo decida di intraprendere. Lo sapeva bene Rudyard Kipling, scrittore britannico di fama immortale, quando decise di basare su quelle due lettere un’intera poesia, scritta come una lettera indirizzata a suo figlio.

Kipling e IF come summa stoica

L’autore, creatore tra le altre opere del Libro della Giungla, grazie a questa breve poesia – ancora oggi incredibilmente inattuale – è riuscito a esprimere meravigliosamente il senso di una filosofia stoica che in epoca vittoriana visse un momento di straordinario fulgore. Non serve fare grandi critiche o analisi letterarie per capire l’immenso potenziale odierno di “IF”, motivo per cui è giusto lasciare spazio ai suoi stessi versi: Se riuscirai a mantenere la calma quando tutti intorno a te la perdono. La poesia si apre con il più grande insegnamento che i filosofi stoici abbiano forse mai trasmesso. Da Epitteto a Seneca, da Marco Aurelio a Zenone, mantenere il controllo di Sé ed esercitarsi a non lasciarsi influenzare da ciò che non è in nostro controllo è stato sempre un pilastro fondante dello stoicismo greco e romano. A che serve infatti disperarsi e crollare in preda alle più basse pulsioni quando il dolore affonda i suoi artigli nella nostra carne, se l’unico risultato che si ottiene è un ulteriore dolore scaturito dalla perdita della propria dignità? Sebbene sembri che lo stoicismo voglia allontanare l’essere umano dalla sua stessa natura di essere istintivo e passionale, e per questo è stato molto criticato, la realtà è ben più complessa. Il controllo di Sé è ciò che compie il percorso di maturazione di un Uomo, ciò che lo porta a divenire Vir e superare i limiti della propria natura tramite lo sviluppo di un equilibrio interno. “Essendo odiato a non lasciarti prendere dall’odio […] Senza tuttavia sembrare troppo buono” dice ancora il poeta.

Mai perdere di vista la realtà

Se riuscirai a sognare, senza fare del sogno il tuo padrone; / Se riuscirai a pensare, senza fare del pensiero il tuo scopo, / Se riuscirai a confrontarti con Trionfo e Rovina / E trattare allo stesso modo questi due impostori”. Quattro versi che impartiscono una profonda lezione ad un’umanità che Kipling non ha nemmeno conosciuto ma di cui ha sicuramente potuto vedere il lento maturare nella Belle Epoque. Ci sentiamo oggi così legati ai nostri stessi sogni da perdere di vista la realtà del mondo che viviamo. Così egoisti da credere che felicità e tristezza dipendano da miseri drammi individuali quando a poche centinaia di kilometri da noi i palazzi crollano e i giovani idealisti si sacrificano nel freddo fangoso di una trincea con una serenità e una consapevolezza di Sé disarmante. Lo stoicismo per voce dell’autore britannico insegna a vivere con affettuoso distacco “Trionfo e Rovina”, prendendo consapevolezza che la vita non è esente da entrambi e che solo il nostro approccio ad essa condiziona il significato di un’esistenza degna.

Distaccarsi da gioia e dolore

Se riuscirai a fare un solo mucchio di tutte le tue fortune / e rischiarle in un colpo solo a testa e croce, / e perdere, e ricominciare di nuovo dal principio senza mai far parola della tua perdita”. Affettuoso distacco verso le gioie e i dolori, ma anche verso gli aspetti materiali dai quali ovviamente l’esistenza non deve prescindere. Lo stoico non pratica l’ascetismo, ma vive i piaceri materiali con distacco, tanto appunto da poterli rischiare senza per questo cadere nel vortice nero della disperazione. Qual è il bene più prezioso per un Uomo se non la propria vita e quanti esempi di grandi personaggi che l’hanno persa con dignità possiamo trovare nella storia della nostra specie? Lo stesso stoicismo ha fornito in tal senso una dimostrazione con la condanna al suicidio di Seneca ad opera di Nerone; suicidio accolto con dignità e la consapevolezza che la conclusione della vita giunge prima o poi per tutti e che solo a noi è data la libertà di come affrontarla.

IF ci parla ancora oggi

Quanto questi versi di Kipling siano ancora oggi validi è già stato detto, ma prima di lasciarvi con la strofa finale che talmente è sferzante e didattica da non aver bisogno di alcun commento, ci si permette qui di dare un consiglio. In un mondo dove l’inversione di ciò che è naturale e bello è diventata norma e legge morale del pensiero unico, occorre poco per sperimentare un’esistenza rivoluzionaria. Percorrete le orme di chi ha sperimentato con pensiero e azioni il “Vivere secondo Natura” e vedrete che sarà l’inizio di un percorso per essere finalmente consapevoli della vostra essenza e di quella di tutto ciò che vi circonda. “Se riuscirai a parlare alla folla e a conservare la tua virtù, / O passeggiare con i Re, senza perdere il senso comune, / Se né i nemici né gli amici più cari potranno ferirti, / Se per te ogni persona conterà, ma nessuno troppo. / Se riuscirai a riempire l’inesorabile minuto / Con un istante del valore di sessanta secondi, / Tua sarà la Terra e tutto ciò che è in essa, / E — quel che più conta — sarai un Uomo, figlio mio!“.

Marco Scarsini

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