Roma, 11 ago – Non è durata neppure un anno la nuova targa dedicata a Norma Cossetto, studentessa istriana seviziata e uccisa dai partigiani titini nell’ottobre 1943, Medaglia d’Oro al Valore Civile e simbolo del martirio delle Foibe. Collocata nel 2025 tra via Boine e salita Oregina, in sostituzione della precedente più volte vandalizzata, l’intitolazione voluta dal Comune di Genova è stata strappata dal supporto nella notte.
Genova, rimossa ancora la targa per Norma Cossetto
A denunciarlo è il Dipartimento Cultura di Fratelli d’Italia Genova, che parla apertamente di una rivendicazione firmata dai militanti di “Genova Antifascista”. “Vandalizzata per l’ennesima volta la targa dedicata a Norma Cossetto a Oregina – afferma FdI –. Un gesto ignobile, che rientra in pieno nel metodo antifascista di rimozione della memoria “nemica”. FdI chiede al Comune di Genova e alla Regione Liguria di condannare con fermezza l’accaduto e di reagire con iniziative culturali e istituzionali: convegni, conferenze e delibere per distribuire nelle scuole e nelle biblioteche testi storici sulle Foibe e sull’Esodo, per contrastare quel “vento giustificazionista” che tende a ridurre le Foibe a “reazione ai crimini del fascismo”. Una lettura faziosa – sostengono – che occulta il disegno egemonico di Tito sulle terre italiane d’Istria e Dalmazia, attuato dalla polizia politica OZNA con l’eliminazione sistematica dei “nemici del popolo”. Una repressione che non colpì solo italiani, ma anche sloveni, croati e serbi, gettati vivi o morti nelle cavità carsiche e nelle miniere. Ma si sa: in Italia ci sono morti di serie A e morti di serie B. Se al posto di Norma Cossetto ci fosse stato il nome di un ebreo vittima dell’Olocausto, oggi avremmo già visto ministri in pellegrinaggio, prime pagine indignate, indagini lampo e un tribunale pronto a parlare di “reato d’odio”. Per le Foibe, invece, ci si accontenta del silenzio o, peggio, della giustificazione.
La risposta deve essere politica
L’episodio di Oregina si inserisce in un fenomeno che non riguarda solo la Liguria, ma si ripete con inquietante regolarità in tutta Italia. Proprio per documentare e denunciare questi atti, il Comitato 10 Febbraio ha annunciato nei mesi scorsi l’istituzione di un Osservatorio nazionale sui vandalismi ai danni di targhe e monumenti dedicati ai Martiri delle Foibe. Secondo il presidente Silvano Olmi, troppo spesso questi gesti vengono liquidati come “bravate” e confinati alla cronaca locale, senza un’adeguata reazione politica e culturale. L’Osservatorio si propone di mappare ogni episodio, diffondere le segnalazioni e stimolare una risposta istituzionale capace di tutelare la memoria storica contro i tentativi di cancellazione e oltraggio. Ancora una volta, la memoria delle Foibe diventa terreno di scontro ideologico, tra chi rivendica il diritto di ricordare le vittime e chi, col vandalismo e un metodo di sistematico odio politico, punta a cancellarne persino il nome dalla pietra.
Vincenzo Monti