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Ozzy Osbourne, un’icona della cultura pop

by Roberto Johnny Bresso
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Roma, 26 lug – Tutto il mondo sta parlando della scomparsa di Ozzy Osbourne. “The Prince of Darkness”, il padrino dell’heavy metal, il frontman dei Black Sabbath… insomma, chi più ne ha più ne metta e tutto assolutamente meritato. E tutto facilmente reperibile nei siti specializzati, con dovizia di particolari e certamente con più perizia tecnica musicale del sottoscritto. Quindi oggi parlerò dell’altro Ozzy, quello divenuto un’assoluta icona della cultura pop contemporanea.

“Non funzionerà”. E invece…

John Michael Osbourne nasce a Birmingham il 3 dicembre 1948 in una famiglia della classe operaia. Essendo balbuziente non riusciva a pronunciare correttamente il proprio cognome e così divenne per tutti Ozzy. Da sempre appassionato di musica, era un vero e proprio fan dei Beatles. Quello che non tutti sanno, però, è che, quando stava cercando una band, Ozzy abbracciava la sottocultura skinhead, che, sul finire degli anni ’60, si stava sviluppando in tutto il Regno Unito.

Ecco infatti cosa ricorda il bassista Geezer Butler riguardo la fondazione dei Black Sabbath: “Ho sentito che stava cercando una band nel negozio di musica, non sapevo nemmeno che fosse lui. Sono andato a casa sua ed era Ozzy. All’epoca era uno skinhead. Pensai: ‘Non funzionerà’. Gli skinhead a quei tempi ascoltavano soul e reggae…”. E sappiamo invece come è andata a finire.

Ozzy Osbourne, il tifoso dell’Aston Villa

Ozzy era anche un grande tifoso di calcio, precisamente dell’Aston Villa. Il club di Birmingham lo ha ricordato con queste parole: “L’Aston Villa Football Club è addolorato nell’apprendere che la rockstar di fama mondiale e nostro tifoso, Ozzy Osbourne, è scomparsa. Cresciuto ad Aston, non lontano da Villa Park, Ozzy ha sempre avuto un legame speciale con il club e la comunità da cui proveniva. I pensieri di tutti all’Aston Villa sono rivolti alla moglie Sharon, alla famiglia, agli amici e agli innumerevoli fan in questo momento estremamente difficile. Riposa in pace, Ozzy”. L’anno scorso il club aveva proprio fatto presentare le maglie al cantante e Villa Park è stata il teatro del suo addio alle scene ed al mondo proprio due settimane or sono. E sempre la scorsa stagione, prima di una partita di Champions League dei Villans, i tifosi avevano allestito una coreografia a lui dedicata.

Altra grande passione di Ozzy era il wrestling, tanto da essere inserito nella Hall of Fame della WWE nel 2021. Nel 1986 prese anche parte a WrestleMania (l’evento principale dell’annata del celebre sport/spettacolo), ma affermò di essere talmente fatto da non ricordare minimamente di aver partecipato all’evento, non fosse per i filmati. Rimediò comunque negli anni, presenziando ed esibendosi in diverse occasioni, tanto che ieri è stato ricordato dall’amico Triple H, grande appassionato di musica metal.

Gli altri sport del Principe delle Tenebre

“Il Principe delle Tenebre” era poi onnivoro di molti sport, in quanto fondamentalmente curioso della vita e delle stranezze che in essa si celano. Così era un tifoso di baseball dei Chicago Cubs (aveva cantato nel loro stadio l’inno Take Me Out to the Ball Game) e di hockey dei St. Louis Blues. Al punto da venire persino immortalato in una iconica foto segnaletica con la maglia della squadra, dopo essere stato arrestato per ubriachezza molesta. Inoltre Crazy Train dei Sabbath è stata utilizzata per oltre vent’anni all’ingresso in campo dei New England Patriots, compagine di football americano e negli anni ’90 e nei primi 2000 era possibile vederlo sovente nei paddock di Formula 1.

Poi abbiamo l’Ozzy da reality show familiare, con The Osbournes, andato in onda dal 2002 al 2005 su MTV, che lo ha fatto scoprire ad una nuova generazione, ben diversa da quella lo aveva conosciuto per aver addentato la testa di un pipistrello o, ubriaco perso, essersi sniffato delle formiche! Ozzy insomma non era certo un santo, ma nemmeno un diavolo, ma soprattutto non ha mai ceduto al buonismo, al woke o ad ergersi a moralizzatore dei costumi E, anche per questo, insieme a tutta la sua fantastica musica, ci mancherà.

Roberto Johnny Bresso

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