
“Zara intende davvero vendere una gonna di P*pe the frog, apparentemente inconsapevole (?) delle sue implicazioni”, ha osservato la Fredette, ricevendo peraltro molti commenti negativi anche per aver addirittura censurato il nome della rana. Innocua ed innocente creazione di Matt Furie, Pepe the frog nasce nel 2005, quando il suo autore carica il fumetto “Boy’s Club” – del quale la rana è appunto protagonista – sul sito americano “4chan”, piattaforma dove è nata anche Anonymous e dove gli utenti possono pubblicare liberamente immagini e aprire discussioni.

Ovviamente, il marchio che fa capo al fondatore Amancio Ortega Gaona – recentemente finito sui giornali per aver donato 320 milioni di euro agli ospedali pubblici spagnoli e per esser diventato il secondo uomo più ricco del mondo – ha negato prontamente ogni “pericolosa (!) connessione tra le rane finite sulle sue minigonne e la cattivissima ‘Pepe’”. Ma nel regno del web, dove conta il baccano più che la verità, chi ormai vive di puro marketing non può permettersi di “osare” troppo e, così, il capo d’abbigliamento incriminato è stato ritirato, nonostante anche da parte dell’Anti-Defamation League le osservazioni fossero state abbastanza chiare (quanto ovvie) sull’innocenza della rana: «Stanno abusando di un’immagine di un personaggio dei fumetti. Sfruttano il suo appeal per diffondere l’odio sui social media. Ma un semplice post del meme non significa che qualcuno sia per la supremazia della razza bianca», aveva spiegato il gruppo attraverso le parole del suo dirigente Jonathan Greenblatt.
Emmanuel Raffaele