Lโassessore alle politiche sociali Piefrancesco Majorino in stazione Centrale si accaniva per cercare un letto ai siriani arrivati nella notte. La capienza nei centri รจ per 500 al giorno, facendoli stringere sono saliti a 800, ma “per 167 non cโรจ niente da fare, dormiranno in stazione”. In extremis รจ stato allestito un campo in un centro anziani vicino alla Centrale. Stessa scena, appunto, a Rogoredo con una quarantina di profughi da Ghana, Senegal, Mali, intruppati sul pullman a Taranto e scaricati alle 7 a Milano. Alle 13.30 solo il parroco aveva portato loro delle bottiglie dโacqua. Alle 16 รจ arrivato un bus della Polizia a prelevarli: hanno deciso di chiedere asilo politico dunque รจ scattata la trafila burocratica.
In stazione Centrale la Croce Rossa ha dovuto approntare un presidio mobile, sono circa 500 i casi ad oggi dichiarati di scabbia. Un’emergenza sociale a cui si aggiunge l’emergenza sanitaria. ย Lo sfogo di Pisapia: “Noi abbiamo fatto il nostro dovere istituzionale. Abbiamo dato segni forti di vicinanza e solidarietร ”. “Certo c’รจ un limite. Non si puรฒ pensare che Milano da sola, o con pochi altri comuni, possa risolvere un problema epocale. Oggi sempre di piรน ci vuole corresponsabilitร di tutte le istituzioni a partire dal governo, dalle Regioni e soprattutto dall’Europa”. Duro invece il commento di Matteo Salvini: “Che andassero tutti ad abbracciare Renzi e la Boldrini!!!”.
Sono per lo piรน eritrei quelli che bivaccano sui gradini delle scalinate della stazione Centrale.ย Dormono sulle panchine all’interno, ed ora che fa caldo anche sui giardinetti all’esterno. Poi la colazione, il pranzo e la cena li consumano nell’atrio centrale. I pasti vengono serviti dalle associazioni che si sono fatte carico di dar loro da mangiare. Vorrebbero raggiungere il nord Europa ma le politiche di respingimento attuate da Austria, Francia e Germania parlano chiaro: il problema รจ italiano e ce lo dobbiamo risolvere da soli. E visto che non siamo piรน in grado di accoglierli in modo dignitoso, li si respinga per il loro bene.
Giuseppe Maneggio