Parigi 29 ott – Economista, demografo, docente universitario, già collaboratore di Fmi e Banca mondiale, Yves-Marie Laulan ha avuto una carriera di tutto rispetto. Oggi che la Francia si trova ad affrontare il grave problema dell’immigrazione, Laulan prende una posizione decisa: “Il contributo degli immigrati alla crescita è nullo”.
I risultati delle analisi di Laulan sono assai note in Francia e le sue ricerche sono spesso citate nel programma del Front National. “Bisogna torcere il collo all’anatra, sostenuta dalla sinistra, secondo cui gli immigrati sono essenziali per la crescita e la pagheranno per le nostre pensioni – scrive Laulant. Ma questo è falso: in Francia gli immigrati producono ricchezza per un totale di 56 miliardi di euro ma consumano ricchezze per 108 miliardi. Chi finanzia questo disavanzo? Lo Stato”. Secondo quanto scrive Laulan, in Francia ci sarebbero 400 mila disoccupati extracomunitari che costano allo Stato 3,4 miliardi di euro. Inoltre, dato che gli immigrati percepiscono in media salari più bassi del 15%, la massiccia immigrazione è correlata a una diminuzione dei salari che convolge anche gli autoctoni. “Invece di costruire treni ad alta velocità, stiamo costruendo alloggi per gli immigrati. Questa è la strada del sottosviluppo” – attacca Laulan. Tra costruzione di nuovi alloggi e sussidi abitativi, la Francia spende 10 miliardi l’anno per gli immigrati.
La tesi dell’economista, in sostanza, è che ci sia una correlazione tra immigrazione e debito pubblico: “Infatti, qualunque sia la cifra finale del costo di immigrazione viene fuori del nostro lavoro è che, piaccia o non piaccia, nel deficit di bilancio della Francia influisce pesantemente il costo dell’immigrazione che sarà pagato anche dai nostri figli e nipoti. Fatta la differenza tra spese dello Stato e produttività degli immigrati, la Francia ogni anno è in passivo di 70 miliardi. L’immigrazione, dunque non arricchisce ma impoverisce”.
Michael Mocci