
Nella bozza di piano, come riportato dal Messaggero, si elencano le varie possibilità lavorative per i rom: “Mercatini dell’artigianato previa autorizzazione e rilascio patentino riservato a sgomberi cantine”, “creazione ditte individuali o cooperative miste di servizi, accesso al sistema di microcredito”, “regolarizzazione temporanea dei riciclatori previa autorizzazione e rilascio patentino”. L’aspetto più incredibile di questo possibile piano, risiede nel fatto che nel documento si riconosce l’effettiva illegalità della pratica del rovistare nei cassonetti, ma visto che le sanzioni amministrative non vengono pagate e che sottrarre le merci finirebbe per privare i rom dell’unico mezzo di sostentamento, bisogna regolarizzare questo fenomeno. Praticamente una vittoria su tutta la linea per i rom, premiata la loro “scelta” di non pagare le multe con una regolarizzazione di un’attività prima ritenuta illegale.
Il Comune di Roma sottolinea che l’attività di riciclatore dovrà essere un’occupazione a “esaurimento” e riservata agli adulti residenti da anni a Roma, con difficoltà nel trovare un impiego diverso. Nel documento si parla anche di “professione aperta anche ai non rom” (precisazione a metà tra l’inutilità e il razzismo). Nella bozza di piano si conclude che “chi pratica attività criminali, in genere non pratica la raccolta del ferro”. Andrà a finire che dovremo anche ringraziarli questi rom, che invece di rubare si limitano a rovistare nei cassonetti e a spargere rifiuti per strada, mentre ci mostreranno con orgoglio il patentino di “ricilatore” rilasciatogli dalla Raggi.
Davide Romano