Roma, 8 ago – La recentissima decisione della Procura di Roma di archiviare il fascicolo a suo tempo aperto a carico dei due Fucilieri di Marina trattenuti in India con l’accusa di aver ucciso due pescatori, cambia completamente il quadro della situazione dal punto di vista giudiziario: in Italia non sono più accusati di nulla.
Il Procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo arriva a questa decisione prendendo atto che rispetto alle dichiarazioni di innocenza dei due accusati da parte degli inquirenti indiani non è stato trasmesso, a fronte di due richieste della magistratura italiana, nessun documento processuale a sostegno della ipotesi di colpevolezza. In sostanza le autorità indiane “non rispondono” alla magistratura italiana, un gesto sicuramente offensivo e che ha pochissimi precedenti.
Ma di fatto in questo modo le autorità indiane certificano la loro impotenza a produrre elementi di prova, o anche semplicemente indiziari di valenza processuali, a sostegno delle accuse contro i due militari italiani. E come ho scritto anche recentemente non le producono perché non le hanno, e se non le hanno sanno anche che i due sono innocenti, come gli elementi di conoscenza che ormai abbiamo sulla vicenda indicano con sicurezza da almeno un anno.
La decisione della magistratura è quindi una presa d’atto importante, che dal punto di vista della conoscenza dei fatti dovrebbe produrre un effetto immediato e determinante: non esiste più il segreto istruttorio su alcuni elementi importanti, in particolare le registrazioni radar della petroliera Enrica Lexie. Ho chiesto di esaminare le registrazioni radar il 3/7/2013 senza avere risposta, ma ora non c’è più motivo di tenere quei dati riservati, e quindi rinnoverò la richiesta alla luce del provvedimento di archiviazione.
Non c’è più ragione alcuna per tenere riservati elementi che potrebbero mettere la parola fine all’intera vicenda: se la magistratura si è chiamata fuori faremo noi. L’altro punto è che ora, di fronte alla impotenza indiana a fornire elementi di riscontro alle accuse, potremo essere maggiormente incisivi, sia sui media internazionali sia in sede istituzionale italiana e europea, a far conoscere “Le ragioni dell’innocenza” e sostenere una richiesta di Commissione di inchiesta in sede europea sul comportamento delle autorità indiane.
Infine, e questo lo valuterò nei prossimi giorni con l’avvocato, presentare una querela contro Mr. Freddy Bosco + ignoti per aver falsamente accusato i due militari italiani dei tragici fatti con false testimonianze, omissioni, distruzione di reperti giudiziari, formazione di falsi scenari, etc. Gli elementi che abbiamo per sostenere una accusa del genere sono ormai imponenti. E li useremo tutti.
Luigi Di Stefano
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