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Papa Francesco si contraddice: “Aprite il cuore agli immigrati. Ma non troppo”

by La Redazione
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Papa FrancescoRoma, 2 nov – Papa Francesco di ritorno dalla Svezia, intervistato dalla stampa ha detto parole che, pronunciate dal Papa più immigrazionista della storia, fanno riflettere. Forse che il contatto con la realtà svedese, alle prese con problematiche serie per quanto concerne l’integrazione , e con la sua classe politica, gli abbia in parte fatto aprire gli occhi su quella che è la realtà oggettiva delle cose? Ma andiamo con ordine. Va specificato che quello svedese è stato il “modello” a detta del fronte proinvasione, migliore in Europa per quanto concerne accoglienza ed integrazione, ed infatti è proprio la Svezia ad aver accolto più richiedenti asilo in assoluto tra gli Stati europei in rapporto agli abitanti, 163.000 nel solo 2015 e parliamo di un numero di abitanti di appena 9 milioni. Ora però, viste le problematiche di varia natura, sia logistiche sia legate alla sicurezza sembrerebbe esserci stato un dietrofront del governo socialdemocratico (centrosinistra) svedese che in pratica si trova a dover gestire una situazione divenuta di per se ingestibile.

Presumibile pensare, che le parole di Papa Francesco “si deve distinguere tra migrante e rifugiato. Il migrante deve essere trattato con certe regole, migrare è un diritto ma un diritto molto regolato.” “Cosa penso dei Paesi che chiudono le frontiere? Credo che in teoria non si possa chiudere il cuore a un rifugiato. Ma c’è anche la prudenza dei governanti che credo debbano essere molto aperti nel riceverli ma anche fare un calcolo di come poterli sistemare. Perché un rifugiato non lo si deve solo ricevere ma lo si deve integrare. Non è umano chiudere le porte e il cuore, e alla lunga questo si paga, si paga politicamente, come anche una imprudenza nei calcoli, nel ricevere più di quelli che si possono integrare. Qual è il pericolo? Quando un rifugiato o un migrante non è integrato, si ghettizza, entra in un ghetto, e una cultura che non si sviluppa in un rapporto con un’altra cultura entra in conflitto, e questo è pericoloso. Credo che il consigliere più cattivo dei Paesi che tendono a chiudere le frontiere sia la paura. E il consigliere più buono la prudenza. In questi giorni ho parlato con un funzionario del governo svedese e mi diceva che hanno qualche difficoltà, perché vengono in tanti e non si fa in tempo a sistemarli, a trovare scuola, casa, lavoro, a far imparare la lingua…La prudenza deve fare questo calcolo. Io non credo che se la Svezia diminuisce la sua capacità accoglienza non lo faccia per egoismo o perché ha perso la capacità. Se c’è qualcosa del genere è per quello che ho detto: tanti oggi guardano alla Svezia perché ne conoscono l’accoglienza, ma non c’è il tempo necessario per sistemare tutti”.

Forse queste parole sono il frutto, seppur addolcite dalla solita retorica buonista toutcourt, di una visione plastica della realtà, ossia quella del Paese più accogliente d’ Europa che d’ improvviso sta implodendo proprio a causa del suo eccesso d’ accoglienza. Ci auguriamo che a queste parole ne seguano altre anche altrove. Non possono esser pronunciate solo una volta arrivati all’ esautorazione immigratoria ed all’implosione di un tessuto sociale. Sarebbe bene che anche per quanto concerne l’ Italia il fronte immigrazionista prendesse contatto con la realtà iniziando a ragionare in questi termini, almeno al fine d’ impedire di doverci trovare a breve nella stessa situazione svedese. Non si potrebbero di certo usare parole diverse per contesti distanti nello spazio ma simili per quanto concerne gli scenari futuri. Quindi ci chiediamo e chiediamo al Pontefice: e se dovessero arrivarne troppi anche in Italia quindi non avendo “il tempo” ed il modo “necessari per sistemarli tutti” che si fa?

Ruggero Vero

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3 comments

Sonny 2 Novembre 2016 - 2:22

Non si può distruggere un paese in nome dell’accoglienza buonista a tutti i costi!
Tutto il mondo ha fame e cerca lavoro, noi compresi, che facciamo, li accogliamo tutti?
Due miliardi ci staranno in Italia?
C’è differenza tra l’essere buoni e ospitali ed l’essere tanto stupidi da distruggere la propria civiltà acquisita con tanti sacrifici, e civiltà non significa accoglienza a tutti i costi, ma usare quel tantino granum salis che la civiltà ci ha insegnato.
Essere tanto “civili” da accogliere tutti potrtebbe essere la molla che ci farà tornare trogloditi tanto da usare le “clave” per liberarci dagli invasori. Invasori sì, perché oltre un numero ragionevole è proprio quello che diventano anche se non vorrebbero esserlo.

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nemesi 2 Novembre 2016 - 4:34

in ogni caso dietro ogni africano ed ogni asiatico esiste una famiglia reale o fittizia di almeno altre due persone a farla stretta; una moglie ed un solo figlio.Andrebbe sempre calcolato quando si parla di numeri: con questa media 100.000 persone con il ricongiungimento diventano almeno 300.000…

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Filippo Tommaso 4 Novembre 2016 - 4:04

Il papa ha scoperto l’acqua calda! Duh!! Ha vinto il mongolino d’oro!…
Perché il terremoto colpisce poveri innocenti e non il vaticano dico io!!…

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