
Quando è stato arrestato, il pachistano non aveva denaro con sé, da qui la conclusione che non abbia agito dietro richiesta di una contropartita economica. E se gli immigrati clandestini avessero concordato con il passeur di effettuare il pagamento all’arrivo a destinazione, giusto per evitare di perdere il denaro in caso di contrattempi? Forse nessuno ci ha pensato, si è preferito credere al gesto “umanitario”. E così, all’atto della convalida dell’arresto, il gip Massimiliano Botti, d’accordo anche con il pubblico ministero Roberto Cavallone, ha deciso di scarcerarlo, in attesa del processo, con l’unica misura cautelare del divieto di dimora in provincia di Imperia. Sulla scarcerazione ha inciso pure il fatto che il mezzo è stato sequestrato e, per questo motivo, verrebbe meno il pericolo di reiterazione del reato. Vedremo, poi, cosa si deciderà al momento di emettere la sentenza. Resta per ora il punto di principio per cui un magistrato ha sentenziato che si possa fare il trafficante di esseri umani per motivi umanitari.
Roberto Derta