
In altri casi i futuri terroristi vengono assoldati ad Al Qatrun, una cittadina all’estremo sud ovest libico non lontano dal confine con il Niger. Qui i reclutatori dell’Isis attraggono nuovi miliziani e selezionano quelli destinati a imbarcarsi per l’Europa. L’interesse dei terroristi nei confronti dell’immigrazione, comunque, è crescente. Tra giugno e gennaio i principali gruppi terroristi hanno nominato nei loro comunicati o proclami i rifugiati almeno una volta al giorno e nel 53% dei casi li invitavano a unirsi alla guerra santa. Nel mirino, soprattutto, i minori: «I giovani cercatori di asilo sono il bersaglio dei gruppi estremisti perché più vulnerabili all’indottrinamento, più adatti a diventare abili combattenti o, nel caso delle ragazze, a mettere al mondo nuove generazioni di reclute» sostiene Nikita Malik, la ricercatrice di Quilliam che ha firmato la ricerca.
Giuliano Lebelli
1 commento
E comunque il pericolo terrorismo è il minore dei pericoli che arrivano tramite barconi: malattie, delinquenza ed impoverimento generale già basterebbero a qualunque governo serio (che in Europa non abbiamo) a far chiudere le frontiere immediatamente, ma si sa al potere abbiamo i fantocci (ben remunerati) delle multinazionali del profitto ad ogni costo (sulla pelle dei popoli) alle quali servono schiavi per mezzo dei quali distruggere le garanzie per i lavoratori (non a caso introdotte dagli odiati fascismi).