Roma, 31 ott – La fase del capitalismo terminale, caratterizzata dal controllo poliziesco, espressione patologica della società nutritiva del consumo e del narcisismo, è funestata dalla mancanza di nascite. La spinta vitale che ha dato per secoli la continuità della stirpe sembra essersi esaurita definitivamente: culle vuote e una profonda stanchezza esistenziale sta portando alla scomparsa degli italiani.
Una visione malata della realtà
Decenni di consumismo esasperato importato da oltre oceano, hanno generato una visione della realtà malata, incentrata unicamente sul benessere economico e la soddisfazione immediata delle pulsioni secondo il Principio di piacere, che non ammette di antepoore i doveri ai piaceri immediati. Una forma di regressione psichica al livello infantile, dove ciò che si desidera deve essere ottenuto subito e senza sforzo né regole morali né freni inibitori.
La causa è nel narcisismo delle masse private di spinte verso il sacro e di ideali sociali, addormentate da decenni di messaggi subliminali ed espliciti che spingono il consumo come unica motivazione di vita. Non un sano egoismo che in giusta misura è sintomo di equilibrio psichico, ma un disturbo di personalità generalizzato nel popolo.
Nel narcisista non vi è la consapevolezza di perseguire il proprio interesse per realizzarsi, ma un’insana esigenza ad apparire per sentirsi accettati. Il bisogno esasperato di ammirazione, dovuto ad un’insufficiente autostima e a un’ansia devastante frutto alla paura dell’irrilevanza, provoca l’assenza di empatia e il delirio di grandiosità.
La procreazione come atto generosità
Manipolazione, colpevolizzazione di coloro che attrae nella sua ragnatela, invidia sociale, senso paranoico di superiorità, generano un comportamento che esclude un atto di generosità come la procreazione. Investire amore e accudimento in un figlio è capacità di guardare al futuro con fiducia e passione, sentimenti ormai sconosciuti nel mondo del tutto e subito.
L’individualismo esasperato della società più materialista della Storia ha condannato a morte la famiglia, attaccata dal ideologie mortifere e disumane, funzionali ad un sistema fondato esclusivamente sull’economia. Folli credenze che negano il sesso biologico, che auspicano l’aumento esponenziale degli aborti e l’eliminazione di persone depresse o anziane perché non produttive, teorie pervase da Thanatos la pulsione di morte provocano la fine dei popoli.
Culle vuote e infertilità spirituale
La smania di possesso per apparire, il dominio dell’avere sull’essere, hanno in pochi decenni provocato un’infertilità spirituale che si manifesta inesorabilmente in quella fisica, con la difficoltà di concepimento per le femmine e la diminuzione di testosterone nei maschi. La colpevolizzazione dell’uomo bianco, responsabile di ogni nefandezza storica, dal colonialismo alla schiavitù, dalla guerra alle carestie, lo ha caricato di innumerevoli sensi di colpa rendendolo debole e pauroso.
Le demenziali accuse di patriarcato senza patriarchi, decontestualizzato dalla sua epoca, diviene colpa sociale scatenando una pericolosa repressione della virilità che sta scomparendo. Dinamiche naturali come il corteggiamento sono demonizzate, rendendo più difficili e artificiosi i rapporti tra i sessi e la formazione di nuove coppie.
Per perpetuare la stirpe e formare nuove famiglie occorre una grande capacità d’amore e il coraggio di affrontare la sfida dei tempi. Invece i popoli che hanno scritto la storia del Vecchio Continente sono ormai esausti e privi di forza vitale, vegetano in attesa della scomparsa sostituiti da etnie giovani e feconde.
Famiglia borghese spa
Millenni di Storia, di tradizioni, di civiltà scompariranno per sempre travolti dalla debolezza di maschi deboli e femmine nevrotiche. Soprattutto negli Stati più ricchi, dove le politiche di sostegno alla maternità sono da tempo impiegate, la natalità è maggiormente in crisi, segno che la miseria non ferma la formazione delle famiglie.
Ma la blocca inesorabilmente la spinta ineludibile all’interesse individualistico della società del capitalismo giunto alla sua fase finale. Un forte Stato sociale favorisce la famiglia, ma non corregge la spinta autodistruttiva dei popoli vecchi creata ad arte per provocare la morte delle etnie originarie sostituite da masse informi.
La distruzione della famiglia tradizionale fondata sul dono non quantizzabile, a cui è succeduta la famiglia borghese simile ad un società per azioni, è la causa della caduta della natalità. Priva di spiritualità, dimenticati gli antenati, senza progetti per il futuro se non la sopravvivenza economica fatta da più stipendi, vede esaurirsi velocemente i sentimenti.
Una società senza famiglia?
Scomparsa la dimensione sacrale delle unioni, le famiglie si sciolgono rapidamente lasciando i componenti soli e disorientati, come è funzionale al sistema capitalista. Lo scioglimento della famiglia è causa della distruzione della comunità fatta da nuclei familiari coesi, ma è anche conseguenza della scomparsa della spiritualità delle origini che contemplava il culto dei lari e dei penati.
La devozione agli antenati garantiva la continuità delle tradizioni familiari proteggendo le generazioni future e tenendo uniti i componenti della famiglia. Per salvare la stirpe e dare nuovo impulso alle nascite si deve riscoprire i valori fondativi della civiltà europea e tornare possessori della terra dei padri. Una società senza famiglia non ha futuro perché il tempo a venire necessita di eredi della più grande civiltà della storia occidentale, non di popoli sterili destinati alla scomparsa.
Roberto Giacomelli
 
			         
														 
 
	